Palazzo Chiaramonte è anche conosciuto come Palazzo Steri, dal latino "Hosterium", e si trova nell'angolo orientale di piazza Marina. Il Palazzo Chiaramonte nasce come tipica abitazione aristocratica medievale, rispondente all'esigenza di esprimere la potenza e la severità della Famiglia.
Nel contempo, questo palazzo, grazie al suo cortile interno con portico sottostante e loggiato superiore, è uno dei primissimi e più prestigiosi esempi di archittetura signorile italiana. I Chiaramonte a cavallo tra il XIII e XIV secolo erano divenuti potentissimi grazie ai vasti possedimenti di terra in tutta l'isola. Nei loro feudi avevano fatto costruire castelli, palazzi e chiese, tutti concepiti con lo stesso carattere architettonico. I lavori di costruzione dello Steri iniziano nel 1307 per opera di Manfredi I e terminano nel 1380 sotto Manfredi III, conte di Modica.
In seguito alla decadenza politica della famiglia Chiaramonte, l'edifico fu confiscato da Martino I d'Aragona e divenne dimora di quella famiglia, poi sede dei Vicerè. Agli inizi del seicento, l'edificio divenne la sede del temuto Tribunale del Santo Uffizio (l'Inquisizione) e il suo interno subì delle trasformazioni: al primo piano vennero poste le carceri, al pianterreno le camere di tortura. Davanti lo Steri vennero accesi i roghi per i condannati a morte e gli "auto da fe". All'interno del Palazzo sono stati trovati disegni, graffiti, incisioni letterarie, pitture rozze e frasi delle anonime e non vittime del Tribunale dell'Inquisizione. Attualmente, dopo i recenti restauri, è stato destinato ad ospitare la sede del Rettorato Universitario.