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"An Inventory of": le opere di Daniele Franzella sviscerano il concetto di memoria

  • RizzutoGallery - Palermo
  • Dal 31 ottobre 2019 al 1 febbraio 2020 (evento concluso)
  • Visitabile dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 20.00. Chiuso la domenica e il lunedì
  • Gratuito
  • Per informazioni scrivere a tizianapantaleo@rizzutogallery.com
Balarm
La redazione

Particolare dell'opera dell'artista palermitano Daniele Franzella

"An Inventory Of" è concepita dall'artista Daniele Franzella (Palermo, 1978) come un laboratorio dell'immaginario che mette in relazione i codici della figurazione con la contemporanea alterazione dell'immagine replicata. 

Per questa sua prima personale in galleria, dunque, presenta un ciclo di opere frutto del lavoro dell'ultimo anno in cui mette insieme in modo non lineare e discontinuo elementi che figurano il bisogno di trovare una correlazione tra gli avvenimenti e i loro segni. Una concatenazione di fatti a volte immediati, altre volte complessi, in cui scorrono storie, parole e luoghi dove si affastellano gli oggetti amati e collezionati.

La ricerca dell'artista riflette sul concetto di repertorio inteso come inventario distopico del mondo e sulla perversità di ogni sua rappresentazione. Il suo lavoro è un esercizio di mediazione che indaga il compromesso tra la libertà dell'individuo e la necessità del sistema.
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Con una tensione quasi chirurgica ma anche con uno sguardo indulgente, questa mostra, curata da Luca Reffo, presenta un vero e proprio inventario di oggetti, arredi, suppellettili, tappezzerie, collezioni, manie, in un rimbalzo continuo tra l'esterno e l'interno, il privato e il pubblico, la meraviglia e il terrore, l'amore e il disprezzo.

Daniele Franzella si confronta con temi quali la memoria e le identità individuali e collettive attraverso i simboli che le definiscono. Lavora sulla semantica e sul concetto di persistenza di un’immagine quando diventa codice, elemento evocativo univoco destinato a perdurare nel tempo, e tuttavia potenzialmente modificabile e ri-semantizzabile.

Attingendo al vasto serbatoio della storia, agisce sulle immagini, su icone spesso salde e radicate nell'immaginario comune e, modificandole in parte, ne muta il senso, innescando una riflessione sul concetto di memoria rappresentata da simboli e immagini quali linguaggi manipolabili. In questo modo, il vero e il falso si pongono sullo stesso piano in una relazione non univoca tra la realtà e le sue rappresentazioni.

Lontano dalla volontà di celebrare il passato, Franzella cerca, al contrario, di superare il concetto di tempo, e le sue opere agiscono come frammenti che fungono da schemi per osservare il nostro presente da una prospettiva atemporale, capaci di generare un cortocircuito tra presente e passato.

Decisiva in tal senso è la scelta dei materiali e delle tecniche; attraverso l'uso di lattici, terrecotte, resine, stampe su cemento, affreschi digitali, lo scultore mette in atto un gioco di paradossi e rovesciamenti, scava all'interno del valore della materia.

Lasciando cadere ogni ordine fisico o simbolico dato a priori, fa diventare il materiale segno esso stesso, cooperante e co-originario all’idea e al concetto di ciascuna opera. Muovendosi in un territorio di confronto tra la persistenza e l’evanescenza della memoria, il lavoro di Franzella mira in tal modo a decodificarne i simboli, creando nuovi codici. 
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