Antico e moderno si fondono nei lavori di Lupo Borgonovo: a Castelbuono la mostra "Zeester"

Opera di Lupo Borgonovo per il progetto "Zeester" (part.)
L'artista alterna elementi raccolti da un viaggio in Cina (dai loghi delle aziende commerciali alle grafiche delle confezioni degli alimenti) ad altri dal sapore quasi sacro, protagonisti di rituali antichi: disegni che raffigurano dei mantelli dipinti su carta di riso e ispirati agli antichi pianeti, preziosi paramenti liturgici conservati nella collezione di Arte Sacra del Museo Civico di Castelbuono.
Borgonovo ha ripreso la forma dell'antica veste sacra, con un'apertura tonda per la testa del sacerdote, e l'ha dipinta con motivi floreali che richiamano gli arabeschi intrecciati nel XVII secolo con corallo e fili preziosi.
Il processo pittorico prevede la creazione di una forma simmetrica totale attraverso la piegatura della carta e pressando un lato sull'altro come in un test di Rorschach.
Il percorso include anche la serie "Babi", tre sculture in gomma siliconica, il calco al negativo della testa di un cinghiale in poliuretano, usato come obbiettivo nelle esercitazioni di tiro con l'arco.
Si tratta di un ulteriore distanziamento dalla forma originaria dell'animale, come si trova in natura, per diventare qualcos'altro: un oggetto sciamanico che evoca la dimensione rituale quando l'uomo era in contatto con la dimensione cosmica della sua esistenza.
Il progetto, curato da Laura Barreca e Valentina Bruschi, è fortemente legato al territorio perché è nato anche dalle suggestioni che l'artista ha raccolto durante gli ultimi viaggi in Sicilia, cui ha più volte visitato il Museo Civico di Castelbuono e studiato la sua collezione permanente.
A conclusione della mostra, un'opera sarà donata dall'artista ed entrerà a far parte della collezione permanente del Museo Civico. la mostra personale di Lupo Borgonovo (Milano, 1985) in collaborazione con Ypsigrock Festival
La ricerca di Lupo Borgonovo indaga il modo in cui la natura è trasfigurata dai processi di produzione del mercato globale e sull'impatto che questi hanno sugli ecosistemi.
Lavorando con la scultura, l'artista trasforma forme naturali in scarti di se stesse, copie plastificate degli originali, "reliquie sintetiche dell’epoca dell’Antropocene".
Tra le mostre personali: "Alexandra", 2018, Galleria Monica de Cardenas, Milano; "Willow Pillow", 2015, Galleria Monica d Cardenas, Zuoz; "Mandolino", 2014, Cripta 747, Torino.
Tra le recenti mostre collettive: "La terra piatta è la dimensione lirica di un luogo come se regredire fosse inventare", 2019, Octagon, Milano; "Il Tempo Svogliato", 2018, Pereto; "Schmaltz", 2018, Guimarães, Vienna; "Raymond", 2018, Grand Hotel et desPalmes, Palermo, evento collaterale della Biennale Europea "Manifesta 12"; "Always the Real Thing", 2018, White Crypt, Londra; "Art Club #18: Greffes", 2017, Accademia di Francia, Villa Medici, Roma; "Metamorfosi. Uno sguardo alla scutura contemporanea", 2017, Museo d'Arte Mendrisio, Mendrisio.
Nel 2016 l'artista ha partecipato alla residenza, Curva Blu, Incurva, Favignana, dove è stata prodotta la serie "Babi".
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