"Come un granello di sabbia": la storia di Giuseppe Gulotta in scena al Marconi
Sul palco, Salvatore Arena come il delitto di cui venne accusato Gulotta nasconda in realtà un mistero indicibile: servizi segreti e uomini dello Stato che trattano con gruppi neofascisti, traffici di armi e droga. Per far calare il silenzio serviva un capro espiatorio, uno qualsiasi.
Gulotta ha vissuto ventidue anni in carcere da innocente e trentasei anni di calvario con la giustizia. Non è mai fuggito, ha lottato a testa alta, restando lì, come un granello di sabbia all’interno di un enorme ingranaggio. Fino al processo di revisione (il decimo, di una lunga serie), ostinatamente cercato e ottenuto, che lo ha definitivamente riabilitato.
La sua è una storia dai contorni oscuri e tormentati. Affrontare questi avvenimenti sulle tavole di un palcoscenico pone di fronte alla responsabilità di non tacere l’incredibile vicenda legale e la lunghissima serie di omissioni, errori, leggerezze, falsificazioni, palesi violazioni della legge, che oggi la definiscono come una vera e propria frode giudiziaria.
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