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"Come un lago senza fango": a Palermo la mostra di Gianfranco Maranto ispirata al film di Kubrick

  • Kalt - Palermo
  • Dal 2 novembre al 2 dicembre 2019 (evento concluso)
  • Visitabile il lunedì dalle 16.00 alle 19.00; dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00; il sabato dalle 16.00 alle 20.00. Domenica chiuso
  • Gratuito
Balarm
La redazione
I film sono da sempre un'inesauribile fonte d'ispirazione perché rappresentano molteplici situazioni, dalle più surreali alle più banali. 

Ed è proprio riprendendo la similitudine che Alexander DeLarge, protagonista del film "Arancia Meccanica" (1971) di Stanley Kubrick, rivolge con una vena di ironia in risposta all'ispettore giudiziario minorile, Mr. Deltoid, che verte la mostra "Come un lago senza fango" di Gianfranco Maranto (Petralia Sottana, 1983), allestita nello spazio culturale KALT (via Antonio Borzì 19, Palermo), gestito da Camilla Belmonte. 

L'artista indaga la chiarezza e la limpidezza insite nell'opera, nella quale la luce si riflette come in un argenteo specchio d'acqua e, allo stesso tempo, sonda la comunanza di aspetti fra il materiale utilizzato, il nastro adesivo, e il metaforico fango, assente, di cui parla DeLarge.

Entrambi materiali grezzi, sono infatti connotati da un'aggressività simile (visiva nel primo caso, fisica nel secondo) che nell'opera "Clessidra" è tale da impantanare lo sguardo e affondarlo nelle innumerevoli linee che si mescolano sul soffitto, scandite da suoni interni all'inclinazione che ne determinano il ritmo. 
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Quest’ultimo è generato dalla diversità delle linee che a sua volta è soggetta a forze esterne e alle loro combinazioni: l'attimo ben preciso del gesto pittorico si relaziona con un tempo interno lento e dilatato, una temporalità psicologica che consente di vivere la pulsazione dell'opera prima che essa si manifesti come fenomeno esterno. 

Questo movimento interno all'artista si risolve nella tensione della linea. Ed è proprio nell'azione del tendere che risiede la forza viva insita nell'elemento pittorico, configurandosi come traccia del punto in movimento, quindi suo diretto prodotto, che si origina dalla distruzione della sua quiete estrema. 

La linea si dispiega nel suono dello spostamento, in base al cui andamento il tutto diviene suscettibile di deformazione. 

Prediligendo come materiali della sua ricerca varie tipologie di nastro adesivo e carta, indagandone le proprietà visive e materiche, l'artista siciliano Gianfranco Maranto riflette sul concetto di struttura, architettonica e luminosa. 

Nelle sue opere la sintesi geometrica incontra la precisione e la pulizia del segno, in una costante riflessione sul tempo del fare pittorico e sul dialogo che scaturisce tra l’opera e l’ambiente con il quale essa si relaziona. 

Tra le mostre più significative: "Pianeta X" (Museo Riso, Palermo, 2015); "La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso" (Fondazione per l’Arte, Roma, 2016); "Attraverso i punti" (Palazzo Ziino, Palermo, 2016 – 2017); "Rilevamenti #1" (CAMUSAC, Cassino, 2016); "Tutto Porto / Lo spazio cristallino del tungsteno" (Palazzo Briuccia, Palermo, 2018); "LEVEL" (L’Ascensore, Palermo, 2018); "La ripetizione è una forma di cambiamento" (Haus der Kunst, Cantieri Culturali della Zisa, Palermo, 2019); "Spina" di Giovanni De Cataldo e Gianfranco Maranto (Palazzo Ziino, Palermo, 2019).
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