Racconti, note e danze di Natale: "Il Presepe raccontato da Salvo Piparo" al Politeama Garibaldi
L'attore Salvo Piparo (foto di Salvo Damiano)
Racconti che affondano le radici nella strada, illuminati dalla fioca luce del Natale tra sonorità di un tempo e ballate della tradizione: "Il Presepe raccontato da Salvo Piparo" va in scena al Politeama Garibaldi di Palermo sabato 22 dicembre alle 21.
Prodotto dall'associazione culturale Kleis e realizzato in collaborazione con Amici della Musica di Palermo, lo spettacolo vede in scena un Piparo "Scantato del Presepe" che parla - anzi "cunta" - in rime intrise di ironia e sentimento, accompagnato dai canti di Costanza Licata e dai passionali ritmi di Livia Giaffreda (canto, tamburi), Barbara Crescimanno (danze, cori), Irene Gilberti (voce, tamburi) e Peppe Paradiso (canto, danze).
Un sapiente connubio di suono e movimento che ruota attorno alle novene di un vecchio spartito rispolverato insieme al maestro Michele Piccione che insieme alla voce di Vito Foderà, la fisarmonica di Fabrizio Augugliaro, il violino di Luisa Cerami e la chitarra di Daniele Saguto dà vita a una trama ricca di aneddoti e dal gusto "naif".
Salvo Piparo conduce gli spettatori nel cuore del viaggio di "Giuseppe e Maria migranti", in un travolgente mix di satira e tradizione che giunge, infine, all'"Addio alle borgate" firmato dal drammaturgo Salvo Licata.
Prodotto dall'associazione culturale Kleis e realizzato in collaborazione con Amici della Musica di Palermo, lo spettacolo vede in scena un Piparo "Scantato del Presepe" che parla - anzi "cunta" - in rime intrise di ironia e sentimento, accompagnato dai canti di Costanza Licata e dai passionali ritmi di Livia Giaffreda (canto, tamburi), Barbara Crescimanno (danze, cori), Irene Gilberti (voce, tamburi) e Peppe Paradiso (canto, danze).
Un sapiente connubio di suono e movimento che ruota attorno alle novene di un vecchio spartito rispolverato insieme al maestro Michele Piccione che insieme alla voce di Vito Foderà, la fisarmonica di Fabrizio Augugliaro, il violino di Luisa Cerami e la chitarra di Daniele Saguto dà vita a una trama ricca di aneddoti e dal gusto "naif".
Salvo Piparo conduce gli spettatori nel cuore del viaggio di "Giuseppe e Maria migranti", in un travolgente mix di satira e tradizione che giunge, infine, all'"Addio alle borgate" firmato dal drammaturgo Salvo Licata.
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