"E muriu u cane": a Castelbuono lo spettacolo di Giada Baiamonte
Si intitola "E muriu u cane" lo spettacolo di Giada Baiamonte in scena sul palco dell'associazione culturale Spazioscena di Castelbuono, sabato 23 novembre alle 21.15.
Lo spetaccolo, con la regia della stessa Giada Baiamonte, vede protagonisti Fabiola Arculeo, Giada Baiamonte, Domenico Bravo, Marzia Coniglio e Salvatore Lorenzini.
La storia è quella di cinque fratelli costretti a riunirsi per condividere un’ultima notte con il padre appena defunto. La Veglia, usanza profondamente radicata in Sicilia, vetrina perfetta di una società imperfetta, sarà dunque il pretesto – ora amaro, ora ironico – per (ri)scoprirsi figli, ma al tempo stesso estranei.
Tra le mura di una modesta casa palermitana infatti, i cinque protagonisti si renderanno conto di non conoscersi affatto, e con parole sincere si spoglieranno dei loro abiti, soprattutto quelli più scomodi, mostrando i lividi più nascosti.
Tra risate, ricordi, scontri e ossessioni sveleranno la propria natura umana rispetto a chi li ha generati; l’intimità ritrovata li farà sentire padroni anche delle parole più violente verso se stessi, e verso gli altri. L’ignoranza ha una voce nuda, cruda, e offende intimamente pure le persone più care al cuore; eppure, davanti alla brutalità cieca ed impetuosa quella stessa voce diventa urlo e spezza un silenzio assenzio lungo una vita.
Lo spetaccolo, con la regia della stessa Giada Baiamonte, vede protagonisti Fabiola Arculeo, Giada Baiamonte, Domenico Bravo, Marzia Coniglio e Salvatore Lorenzini.
La storia è quella di cinque fratelli costretti a riunirsi per condividere un’ultima notte con il padre appena defunto. La Veglia, usanza profondamente radicata in Sicilia, vetrina perfetta di una società imperfetta, sarà dunque il pretesto – ora amaro, ora ironico – per (ri)scoprirsi figli, ma al tempo stesso estranei.
Tra le mura di una modesta casa palermitana infatti, i cinque protagonisti si renderanno conto di non conoscersi affatto, e con parole sincere si spoglieranno dei loro abiti, soprattutto quelli più scomodi, mostrando i lividi più nascosti.
Tra risate, ricordi, scontri e ossessioni sveleranno la propria natura umana rispetto a chi li ha generati; l’intimità ritrovata li farà sentire padroni anche delle parole più violente verso se stessi, e verso gli altri. L’ignoranza ha una voce nuda, cruda, e offende intimamente pure le persone più care al cuore; eppure, davanti alla brutalità cieca ed impetuosa quella stessa voce diventa urlo e spezza un silenzio assenzio lungo una vita.
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