"Echi del subconscio" ai Cantieri di Palermo: in mostra le opere X-Rays di Andrea Caronia
L'opera di Andrea Caronia "Afrodite X Ray"
La radiografia consente di attraversare un corpo indagando la sua verità scheletrica ma in queste opere si percepisce la volontà di osservare nel profondo e di interpretare il visibile da altri punti di vista.
L’artista interviene sulle lastre attraverso il colore, quasi a restituire quella vitalità e quell'interezza inespressa dell'essere umano. Capovolge le lastre per dare loro nuovi significati, anche attraverso la retroilluminazione: propone uno scheletro del mondo visibile e invisibile, protagonista di interazione con la materia e con la luce, per dare un nuovo corpo alle ragioni della propria esistenza.
Ma ciò che colpisce di più, oltre ai procedimenti tecnici, sono le ispirazioni poetiche e formali che guidano il tracciato artistico. La lastra rappresenta il trauma fisico e spirituale che alberga in ognuno di noi e le operazioni cromatiche una potenziale trasformazione, una dinamica apertura verso nuove possibilità di osservazione del sé ed espressione intersoggettiva.
Ad accompagnare l’iter espositivo vi è una composizione del sound designer Marco Correnti dal titolo Breathe. La traccia, appositamente realizzata per il progetto, genera uno storytelling immersivo ponendo l’attenzione sul valore dei messaggi subliminali di una narrazione audiovisiva.
Il sound abbraccia un linguaggio espressivo tecno-surrealista, attraverso un attento mixag- gio e montaggio di effetti strettamente connes- si al nostro vivere quotidiano.
La radiografia consente di attraversare un corpo indagando la sua verità scheletrica ma in queste opere si percepisce la volontà di osservare nel profondo e di interpretare il visibile da altri punti di vista. L’artista interviene sulle lastre attraverso il colore, quasi a restitui- re quella vitalità e quell'interezza inespressa dell'essere umano.
Capovolge le lastre per dare loro nuovi significati, anche attraverso la retroilluminazione: propone uno scheletro del mondo visibile e invisibile, protagonista di interazione con la materia e con la luce, per dare un nuovo corpo alle ragioni della propria esistenza.
Ma ciò che colpisce di più, oltre ai procedimenti tecnici, sono le ispirazioni poetiche e formali che guidano il tracciato artistico. La lastra rappresenta il trauma fisico e spirituale che alberga in ognuno di noi e le operazioni cromatiche una potenziale trasformazione, una dinamica apertura verso nuove possibilità di osservazione del sé ed espressione intersoggettiva.
Ad accompagnare l’iter espositivo vi è una composizione del sound designer Marco Correnti dal titolo Breathe. La traccia, appositamente realizzata per il progetto, genera uno storytelling immersivo ponendo l’attenzione sul valore dei messaggi subliminali di una narrazione audiovisiva.
Il sound abbraccia un linguaggio espressivo tecnosurrealista, attraverso un attento mixag- gio e montaggio di effetti strettamente connessi al nostro vivere quotidiano.
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