"Elissa Yammuna": Mimmo Palmizi rende omaggio a Didone con una (doppia) scultura alta più di due metri

Particolare dell'opera di Mimmo Palmizi
In occasione della Giornata del Contemporaneo a cura della Fondazione Orestiadi di Gibellina – Museo Trame Mediterranee, il Museo Archeologico di Lilibeo di Marsala sceglie di accogliere al suo interno l'opera d'arte moderna realizzata da Mimmo Palmizi: la scultura "Elissa Yammuna".
Dopo i messaggi di pace e di speranza portati in Tunisia, prima con i progetti "Mare Nostrum – un ponte tra le due sponde" e "I Pilastri della Terra”, il percorso artistico di Palmizi volge lo sguardo verso terre più lontane, dalle quali già nell'800 a.C., Didone o Elissa regina di Tyro, è costretta a scappare da una guerra fratricida.
Il progetto - un atto di fratellanza tra i popoli del Mediterraneo che come un grande ponte ha coinvolto sin dall’inizio ambasciatori, critici e giornalisti internazionali - prevede la realizzazione di due sculture omaggio a Didone, da installare a Tyro e in Tunisia.
L'idea è quella di ripercorrere il viaggio di una donna, profuga regina, costretta a cercare attraverso il Mediterraneo la sua terra promessa, un approdo, un luogo sicuro per sé e i suoi seguaci. Fuggita da Tyro, dopo un lungo peregrinare per mare, Elissa, un personaggio tra storia e leggenda, giunge in nord Africa e tra le spiagge sabbiose dell'odierna Tunisia riceve accoglienza, ospitalità, trova le condizioni per restare, fondare Cartagine e lasciare al mondo un grande esempio di civiltà e cultura.
L'opera è un omaggio ad un grande esempio di donna di tutti i tempi, oltre ad essere un atto di riconoscenza a quel popolo che con Mothia prima e Lilibeo dopo, ha dato i natali a Marsala; un atto di fratellanza con i Fenici ma anche con tutti quei popoli del Mediterraneo che hanno mille affinità e tanta storia in comune.
La scultura, in acciaio corten, è costituita da due elementi alti 2.35 metri, accostati tra loro in modo da rappresentare un'onda, quella che Elissa, di cui la figura è stilizzata nella scultura, ha saputo magistralmente cavalcare. I caratteri presenti disposti in verticale, di ispirazione punico fenici, traducono l'odierna parola libanese "Yammuna" che equivale proprio a "Mare Nostro".
Concepita e realizzata in atelier e officine tra Palermo e Mazara, una è collocata temporaneamente negli spazi del sito archeologico punico fenicio Lilibeo-Marsala e troverà definitiva dimora a Tunisi presso il Campus dell'Università "La Manouba" sotto l'egida di Tony Franjiyyeh, Ambasciatore libanese a Tunisi e Alfonso Campisi; l'altra, invece, a Tyro, con la collocazione a cura di Lamis Chkeir, dell'Ambasciatore Chucri Abboud e Samir Saba.
Dopo i messaggi di pace e di speranza portati in Tunisia, prima con i progetti "Mare Nostrum – un ponte tra le due sponde" e "I Pilastri della Terra”, il percorso artistico di Palmizi volge lo sguardo verso terre più lontane, dalle quali già nell'800 a.C., Didone o Elissa regina di Tyro, è costretta a scappare da una guerra fratricida.
Il progetto - un atto di fratellanza tra i popoli del Mediterraneo che come un grande ponte ha coinvolto sin dall’inizio ambasciatori, critici e giornalisti internazionali - prevede la realizzazione di due sculture omaggio a Didone, da installare a Tyro e in Tunisia.
L'idea è quella di ripercorrere il viaggio di una donna, profuga regina, costretta a cercare attraverso il Mediterraneo la sua terra promessa, un approdo, un luogo sicuro per sé e i suoi seguaci. Fuggita da Tyro, dopo un lungo peregrinare per mare, Elissa, un personaggio tra storia e leggenda, giunge in nord Africa e tra le spiagge sabbiose dell'odierna Tunisia riceve accoglienza, ospitalità, trova le condizioni per restare, fondare Cartagine e lasciare al mondo un grande esempio di civiltà e cultura.
L'opera è un omaggio ad un grande esempio di donna di tutti i tempi, oltre ad essere un atto di riconoscenza a quel popolo che con Mothia prima e Lilibeo dopo, ha dato i natali a Marsala; un atto di fratellanza con i Fenici ma anche con tutti quei popoli del Mediterraneo che hanno mille affinità e tanta storia in comune.
La scultura, in acciaio corten, è costituita da due elementi alti 2.35 metri, accostati tra loro in modo da rappresentare un'onda, quella che Elissa, di cui la figura è stilizzata nella scultura, ha saputo magistralmente cavalcare. I caratteri presenti disposti in verticale, di ispirazione punico fenici, traducono l'odierna parola libanese "Yammuna" che equivale proprio a "Mare Nostro".
Concepita e realizzata in atelier e officine tra Palermo e Mazara, una è collocata temporaneamente negli spazi del sito archeologico punico fenicio Lilibeo-Marsala e troverà definitiva dimora a Tunisi presso il Campus dell'Università "La Manouba" sotto l'egida di Tony Franjiyyeh, Ambasciatore libanese a Tunisi e Alfonso Campisi; l'altra, invece, a Tyro, con la collocazione a cura di Lamis Chkeir, dell'Ambasciatore Chucri Abboud e Samir Saba.
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