Energia, bellezza e memoria: le foto di Margherita Bianca in mostra a Gibellina

"Fotovoltaico SP5" (foto di Margherita Bianca)
Nel cuore di Gibellina, dove arte e memoria si fondono, prende vita un racconto fotografico che parla di trasformazioni, bellezza e spaesamento.
Si intitola "Nuovi paesaggi" la mostra di Margherita Bianca, in programma dal 17 maggio al 15 giugno (con vernissage sabato 17 maggio alle 18.30) negli spazi del Baglio Di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi.
Un'occasione per immergersi in un viaggio visivo che rilegge il paesaggio siciliano contemporaneo, con particolare attenzione alla valle del Belìce, terra ferita dal sisma e oggi segnata da nuove forme: pale eoliche, pannelli fotovoltaici, paesaggi ibridi che pongono interrogativi profondi sul nostro rapporto con l’ambiente.
Attraverso la sua fotografia, Margherita Bianca indaga il conflitto tra progresso e sacralità del paesaggio, tra l’eterno e il transitorio, tra la necessità di energia pulita e la perdita del senso del limite.
Le sue immagini raccontano il presente con delicatezza poetica, restituendo una dimensione di memoria e speranza, come sottolinea anche Francesca Corrao, presidente della Fondazione Orestiadi: «L’arte oggi è necessaria perché ci riporta alla questione esistenziale: come trasformare l’estraniamento?».
Come il Cretto di Burri, anche le fotografie di Bianca sembrano voler ricomporre una frattura, conciliando la fine di un passato e la possibilità di un futuro.
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Si intitola "Nuovi paesaggi" la mostra di Margherita Bianca, in programma dal 17 maggio al 15 giugno (con vernissage sabato 17 maggio alle 18.30) negli spazi del Baglio Di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi.
Un'occasione per immergersi in un viaggio visivo che rilegge il paesaggio siciliano contemporaneo, con particolare attenzione alla valle del Belìce, terra ferita dal sisma e oggi segnata da nuove forme: pale eoliche, pannelli fotovoltaici, paesaggi ibridi che pongono interrogativi profondi sul nostro rapporto con l’ambiente.
Attraverso la sua fotografia, Margherita Bianca indaga il conflitto tra progresso e sacralità del paesaggio, tra l’eterno e il transitorio, tra la necessità di energia pulita e la perdita del senso del limite.
Le sue immagini raccontano il presente con delicatezza poetica, restituendo una dimensione di memoria e speranza, come sottolinea anche Francesca Corrao, presidente della Fondazione Orestiadi: «L’arte oggi è necessaria perché ci riporta alla questione esistenziale: come trasformare l’estraniamento?».
Come il Cretto di Burri, anche le fotografie di Bianca sembrano voler ricomporre una frattura, conciliando la fine di un passato e la possibilità di un futuro.
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
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