"#Fooddìa": lo street food palermitano visto dagli artisti Mario Morreale e Alessandra Rubino
Opera di Mario Morreale e Alessandra Rubino per il progetto espositivo "#Fooddìa"
Di street food si sente parlare ogni giorno ma quello palermitano è unico nel suo genere, testimone di una storia di secoli fatta di dominatori, usanze e ingredienti locali.
La mostra "#Fooddìa", visibile dal 13 al 25 aprile a Villa Niscemi, rappresenta figurativamente i piatti della tradizione palermitana su sfondi astratti che rappresentano la follìa che si percepisce girando per le strade della città di Palermo, all'interno della quale si possono attraversare gli storici mercatini rionali più grandi d'Europa.
Proprio di questo cibo si occupano gli artisti Mario Morreale e Alessandra Rubino, celebrando lo street food palermitano, che in fatto di piacere-folle non è secondo a nessuno.
Per la prima volta Morreale realizza ed espone delle opere in pittura digitale, in contrapposizione con le opere di Rubino realizzate in acrilico su carta telata, all'interno delle quali lo spettatore potrà fruire di immagini, colori, sensazioni, sapori e suggestioni che derivano sia dal cibo che dall'ambiente che circonda la città.
Gli artisti evidenziano il legame tra cibo ed erotismo: nelle opere presentate si celano simbologie sessuali, non evidenti a colpo d'occhio, ma che lanciano suggestioni subliminali. Arte, follia, food ed eros: paesaggi istintuali che bypassano l'intelletto per dialogare in presa diretta attraverso i sensi.
La mostra "#Fooddìa", visibile dal 13 al 25 aprile a Villa Niscemi, rappresenta figurativamente i piatti della tradizione palermitana su sfondi astratti che rappresentano la follìa che si percepisce girando per le strade della città di Palermo, all'interno della quale si possono attraversare gli storici mercatini rionali più grandi d'Europa.
Proprio di questo cibo si occupano gli artisti Mario Morreale e Alessandra Rubino, celebrando lo street food palermitano, che in fatto di piacere-folle non è secondo a nessuno.
Per la prima volta Morreale realizza ed espone delle opere in pittura digitale, in contrapposizione con le opere di Rubino realizzate in acrilico su carta telata, all'interno delle quali lo spettatore potrà fruire di immagini, colori, sensazioni, sapori e suggestioni che derivano sia dal cibo che dall'ambiente che circonda la città.
Gli artisti evidenziano il legame tra cibo ed erotismo: nelle opere presentate si celano simbologie sessuali, non evidenti a colpo d'occhio, ma che lanciano suggestioni subliminali. Arte, follia, food ed eros: paesaggi istintuali che bypassano l'intelletto per dialogare in presa diretta attraverso i sensi.
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