"Geografie sentimentali": la bipersonale di Giorgio Distefano e Marilina Marchica
"Mare Tirrenum" di Giorgio Di Stefano
"Geografie sentimentali", la bipersonale di Giorgio Distefano e Marilina Marchica, a cura di Cristina Costanzo, è dedicata a due differenti ricerche riconducibili a un'affine geografia sentimentale, in riferimento a una riflessione del noto fotografo Luigi Ghirri.
Giorgio Distefano presenta "Carte della Sopravvivenza nel Mediterraneo", serie in corso d’opera che rende omaggio all’inesorabile spettacolo della natura, in cui confluiscono i tratti peculiari della produzione dell’artista: la sperimentazione trasversale di tecniche, lo studio del paesaggio e la ricerca della resa materica e dei valori ottici legati alla distanza e al senso di astrazione di cui la figurazione è portatrice.
Fonte di ispirazione primaria del progetto sono le mappe geografiche dei Musei Vaticani di Roma, che si aprono alla suggestiva commistione con diversi registri iconografici e all’uso dei cartamodelli, leit motiv dell’attività di Distefano, già scenografo e costumista. I cartamodelli, con la loro struttura geometrica e funzionale ma anche decorativa, esaltata dall’oro e dal colore, accolgono il gesto pittorico che si manifesta in un’intricata trama di linee e segni da cui scaturiscono visioni e atmosfere sospese.
La traccia e il segno, come riduzione del passaggio dell’uomo e testimonianza di un tempo in continuo divenire, sono i protagonisti privilegiati della ricerca dell’artista. Nelle serie "Landscapes" e "Signs", immagini poetiche e rarefatte in cui si fondono stasi e memoria, il tratto sintetico e la prassi minimalista danno origine a paesaggi entropici e segni, impronte di un universo fatto di abbandoni e fragilità, crolli e demolizioni ma anche rinascite.
Giorgio Distefano presenta "Carte della Sopravvivenza nel Mediterraneo", serie in corso d’opera che rende omaggio all’inesorabile spettacolo della natura, in cui confluiscono i tratti peculiari della produzione dell’artista: la sperimentazione trasversale di tecniche, lo studio del paesaggio e la ricerca della resa materica e dei valori ottici legati alla distanza e al senso di astrazione di cui la figurazione è portatrice.
Fonte di ispirazione primaria del progetto sono le mappe geografiche dei Musei Vaticani di Roma, che si aprono alla suggestiva commistione con diversi registri iconografici e all’uso dei cartamodelli, leit motiv dell’attività di Distefano, già scenografo e costumista. I cartamodelli, con la loro struttura geometrica e funzionale ma anche decorativa, esaltata dall’oro e dal colore, accolgono il gesto pittorico che si manifesta in un’intricata trama di linee e segni da cui scaturiscono visioni e atmosfere sospese.
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Nelle opere di Marilina Marchica il paesaggio e la natura conducono la visione oggettiva del reale al limite dell’astrazione attraverso un procedimento a levare, volto a rimuovere ciò che è superfluo, alla ricerca del senso che strappi, lacerazioni e scarti lasciano emergere dall’ambiente circostante e dal vissuto comune.La traccia e il segno, come riduzione del passaggio dell’uomo e testimonianza di un tempo in continuo divenire, sono i protagonisti privilegiati della ricerca dell’artista. Nelle serie "Landscapes" e "Signs", immagini poetiche e rarefatte in cui si fondono stasi e memoria, il tratto sintetico e la prassi minimalista danno origine a paesaggi entropici e segni, impronte di un universo fatto di abbandoni e fragilità, crolli e demolizioni ma anche rinascite.
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