Gli acquedotti sotterranei inventati dagli arabi: un affascinante percorso nei Qanat di Palermo
Un'immagine di uno dei Qanat di Palermo
Mille anni fa Palermo era tra le metropoli più affollate dell’Europa, tuttavia nessuno si poteva dire a corto d’acqua, grazie ai Qanat, acquedotti sotterranei che captavano le sorgenti dalle zone della Conca d’Oro e trasportavano l’acqua attraverso gallerie con una pendenza minima: i pozzi, nel centro urbano, potevano pescare a una profondità notevolmente inferiore rispetto a quella in cui si trova il livello della falda, quindi con più facilità e un minore dispendio di energia.
Alcuni Qanat scorrevano in prossimità o al di sotto delle dimore della nobiltà che, proprio per la presenza di acqua corrente, potevano godere di un abbassamento termico che dava ristoro nelle lunghe giornate estive. Sarà possibile visitare il qanat Gesuitico Alto, costruito nel XVI secolo da Gerardo Alliata, cavaliere di Malta.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di un'ora e non è accessibile ai disabili.
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