"I fantasmi del Belìce": fotografie di Ezio Ferreri al Castello Normanno Svevo di Salemi
Una delle foto esposte alla mostra
All'interno degli spazi del Castello Normanno Svevo di Salemi è esposta la fotografica di Ezio Ferreri "I fantasmi del Belìce" a cura di Emilia Valenza e Giuseppe Maiorana. La mostra nasce dalla continuazione del lavoro, iniziato nel ’98 e proseguito fino al 2000, "I fantasmi di Poggioreale" ed è inserita nell’ambito della programmazione per il Cinquantesimo del terremoto nella Valle del Belìce.
A distanza di anni Ezio Ferreri è ritornato nel Belìce per scavare ancora attraverso il mezzo fotografico attraversando le città di Montevago, Santa Margherita Belìce, Vita, Gibellina, Santa Ninfa, Partanna, Salemi, Salaparuta. Dunque dal 2017 è stata realizzata dal fotografo una nuova ricognizione dei ruderi ancora visibili che caratterizzano il paesaggio urbano di diversi centri del Belìce oggi.
I ruderi dei paesi del Belìce assumono l’aspetto di rovine archeologiche, pietre segnate dal tempo, ormai senza età, che si stagliano contro l’azzurro del cielo a testimonianza di una civiltà remota. Le foto di questa nuova serie “Archeologia sismica” sono state realizzate con banco ottico 6x12 su pellicola negativa a colori.
Il concetto che sta alla base di questa ricerca affonda le radici nell’idea di ricostruire la memoria del passato attraverso un’operazione di recupero di oggetti di uso quotidiano trovati all’interno delle case. Gli utensili ritrovati sono stati fotografati in studio, come se fossero ancora in uso, ancora in vita, come se avessero di fronte a loro un futuro ancora da compiersi.
“La memoria visiva” è un lavoro realizzato un anno dopo, nel 1999. Sono gli oggetti stessi a raccontare il loro vissuto. “Flashback” chiude il lavoro su Poggioreale. Le fotografie sono state realizzate nel 2000, tra le vie di Poggioreale e all’interno delle case. In questo caso il linguaggio fotografico ritorna alle origini: un bianco/nero che rappresenta in qualche modo l’idea del flashback.
Prorogata fino al 9 settembre la mostra di Ezio Ferreri.
A distanza di anni Ezio Ferreri è ritornato nel Belìce per scavare ancora attraverso il mezzo fotografico attraversando le città di Montevago, Santa Margherita Belìce, Vita, Gibellina, Santa Ninfa, Partanna, Salemi, Salaparuta. Dunque dal 2017 è stata realizzata dal fotografo una nuova ricognizione dei ruderi ancora visibili che caratterizzano il paesaggio urbano di diversi centri del Belìce oggi.
I ruderi dei paesi del Belìce assumono l’aspetto di rovine archeologiche, pietre segnate dal tempo, ormai senza età, che si stagliano contro l’azzurro del cielo a testimonianza di una civiltà remota. Le foto di questa nuova serie “Archeologia sismica” sono state realizzate con banco ottico 6x12 su pellicola negativa a colori.
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Per i “Fantasmi di Poggioreale” furono realizzate invece tre serie di fotografie diverse per tecnica e per linguaggio: “Ritorno alla vita”, “La memoria visiva” e “Flashback”. La serie “Ritorno alla vita” è stata realizzata nel 1998 a trent’anni dal terremoto.Il concetto che sta alla base di questa ricerca affonda le radici nell’idea di ricostruire la memoria del passato attraverso un’operazione di recupero di oggetti di uso quotidiano trovati all’interno delle case. Gli utensili ritrovati sono stati fotografati in studio, come se fossero ancora in uso, ancora in vita, come se avessero di fronte a loro un futuro ancora da compiersi.
“La memoria visiva” è un lavoro realizzato un anno dopo, nel 1999. Sono gli oggetti stessi a raccontare il loro vissuto. “Flashback” chiude il lavoro su Poggioreale. Le fotografie sono state realizzate nel 2000, tra le vie di Poggioreale e all’interno delle case. In questo caso il linguaggio fotografico ritorna alle origini: un bianco/nero che rappresenta in qualche modo l’idea del flashback.
Prorogata fino al 9 settembre la mostra di Ezio Ferreri.
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