I giganteschi scarabei dell'artista ateniese Dimitris Ntokos invadono la Giuseppe Veniero Project

Particolare di uno degli scarabei dell'artista Dimitris Ntokos
È questo particolare coleottero, infatti, l'immagine caratteristica della sua opera, spesso circondata da elaborati ideogrammi che l'artista stesso definisce come diari dei suoi pensieri. Simbolo interamente collegato alla mitologia egizia, viene talvolta utilizzato come cornice da cui emergono mappe, ritratti e narrazioni, e come scheletro su cui vengono composte figure astratte.
Nella sua prima personale in Italia, l'artista ateniese espone la mostra "Re-Born" (khpr), curata da Francesco Piazza, alla Galleria Giuseppe Veniero Project, dal 9 al 23 novembre. L'allestimento si compone di alcuni tra i lavori più rappresentativi della sua ricerca artistica che negli anni ha raggiunto una consapevolezza sempre più matura e strutturata.
A partire da un granello insignificante, lo scarabeo viene gradualmente abbellito attraverso la tecnica dell'artista, acquisendo una forma sofisticata, presentata spesso in cornici di legno intagliato.
Forse Ntokos esorta lo spettatore a superare se stesso attraverso l'osservazione di ciò che si trova all'interno della cornice, confermando il significato attribuito all'insetto nella mitologia egizia, ovvero quella della auto-trasformazione, crescita personale, fertilità e creazione.
I visitatori rimarranno impressionati dalla tecnica multistrato e dai temi immaginari che caratterizzano il suo lavoro, arrendendosi successivamente alle illusioni che si creano attraverso la combinazione di diverse forme geometriche, modelli e colori vivaci.
Lo scarabeo, sebbene raffigurato attraverso innumerevoli semplificazioni pittoriche e concettuali, reagisce alla tentazione di divenire solo grafica o decorazione, trasformandosi e moltiplicandosi in una progressione che è un alfabeto in cui ogni simbolo è unico e irripetibile.
Una forte estetica urbana e surreale rimane, dunque, l'elemento chiave nelle creazioni dell'artista, anche quando le sue opere d'arte sono esposte in spazi non influenzati dai ritmi frenetici e dai rumori della città. Le sue opere sono adattate alle cornici che trova nei mercatini, mentre spesso incorpora nei suoi lavori scarti e vecchi metalli trovati per strada, a cui aggiunge un valore funzionale.
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