I piloni trionfali dai quali è passata la storia: a Palermo le visite alla Porta Felice

Porta Felice a Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Da oltre quattro secoli Porta Felice è protagonista della vita palermitana, tra sacro e profano, ma soprattutto mondano. Attraverso il suo varco passarono, infatti, sia le processioni sia le carrozze dei nobili dirette alla Passeggiata della Marina.
Si decise di costruirla dopo il prolungamento a mare del Cassaro, avvenuto nel 1581. Fu dedicata alla moglie del viceré Marcantonio Colonna, Felice Orsini. I lavori iniziarono soltanto nel 1602, a opera dell’architetto Mariano Smiriglio, e vennero completati quarant’anni dopo.
Maldicenza popolare vuole che la Porta sia stata edificata senza l’arco centrale per consentire ai mariti pluritraditi delle nobili dame dell’epoca, a cominciare dallo stesso viceré, di passarci sotto senza sbattere le corna.
Il pilone destro, demolito dai bombardamenti aerei durante la Seconda Guerra mondiale, fu ricostruito fedelmente pochi anni dopo.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Da oltre quattro secoli Porta Felice è protagonista della vita palermitana, tra sacro e profano, ma soprattutto mondano. Attraverso il suo varco passarono, infatti, sia le processioni sia le carrozze dei nobili dirette alla Passeggiata della Marina.
Si decise di costruirla dopo il prolungamento a mare del Cassaro, avvenuto nel 1581. Fu dedicata alla moglie del viceré Marcantonio Colonna, Felice Orsini. I lavori iniziarono soltanto nel 1602, a opera dell’architetto Mariano Smiriglio, e vennero completati quarant’anni dopo.
Maldicenza popolare vuole che la Porta sia stata edificata senza l’arco centrale per consentire ai mariti pluritraditi delle nobili dame dell’epoca, a cominciare dallo stesso viceré, di passarci sotto senza sbattere le corna.
Il pilone destro, demolito dai bombardamenti aerei durante la Seconda Guerra mondiale, fu ricostruito fedelmente pochi anni dopo.
La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
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