I Santi di Mose tra il pop e il surreale: l'artista etnea reinterpreta la tradizione delle immaginette sacre
"San Calogero e i pani volanti", tecnica mista su tela, 2020 (part.)
La mostra "Aghios Pop" dell’artista etnea Serena Moschetto (in arte MOSE) a cura di Mariateresa Zagone, reinterpreta la tradizione delle immaginette sacre cristallizzata in secoli di devozione arrivando ad un risultato intrigante.
Un'antologia di "santini" non convenzionale fatta di intuizioni paradossali, provocazioni più o meno riuscite, accurati omaggi filologici, ricerche in equilibrio fra originalità e fedeltà all'iconografia tradizionale. L'impressione è quella di un riuscito sodalizio che scardina i Santi dagli altari tramutandoli in esseri simpatici dal piglio fra il pop e il surreale.
Tradotti in una visione kaleidoscopica fatta di frammenti aguzzi riempiti di colore acceso con la cifra stilistica consueta, MOSE destruttura la gravità e la solennità implicite generalmente nelle rappresentazioni della fede.
Il linguaggio di Aghios Pop è infatti giocoso e leggero, una rivisitazione scaltrita dell’arte popolare che strizza l’occhio all'arte näif di cui utilizza l'ingenuità formale, l'assenza di prospettiva, la semplificazione simbolica del paesaggio, le campiture piatte e una cromia priva di sfumature e chiaroscuri.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni (ad esclusione della domenica), dal 7 maggio fino al primo giugno, dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00.
Un'antologia di "santini" non convenzionale fatta di intuizioni paradossali, provocazioni più o meno riuscite, accurati omaggi filologici, ricerche in equilibrio fra originalità e fedeltà all'iconografia tradizionale. L'impressione è quella di un riuscito sodalizio che scardina i Santi dagli altari tramutandoli in esseri simpatici dal piglio fra il pop e il surreale.
Tradotti in una visione kaleidoscopica fatta di frammenti aguzzi riempiti di colore acceso con la cifra stilistica consueta, MOSE destruttura la gravità e la solennità implicite generalmente nelle rappresentazioni della fede.
Il linguaggio di Aghios Pop è infatti giocoso e leggero, una rivisitazione scaltrita dell’arte popolare che strizza l’occhio all'arte näif di cui utilizza l'ingenuità formale, l'assenza di prospettiva, la semplificazione simbolica del paesaggio, le campiture piatte e una cromia priva di sfumature e chiaroscuri.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni (ad esclusione della domenica), dal 7 maggio fino al primo giugno, dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00.
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