Identità e cambiamenti sociali in mostra: sei fotografi europei contemporanei per "Shifting Stances"
"Grill called Julia" di Paola Leonardi (part.)
Le grandi mostre d'arte non sono soltanto fatte di sculture e dipinti ma anche di fotografie. E proprio a Palazzo Riso, dal primo luglio al 2 dicembre, sono esposti cinquanta scatti di sei fotografi, che tessono un percorso narrativo con il loro personale punto di vista.
La collettiva "Shifting Stances", curata da Paola Leonardi e Luca Lo Sicco di Leonvago - e promossa dalla Fondazione Greece Needs Love di Atlanta in collaborazione con The Sir John Cass School of Art and Design, London Metropolitan University - presenta le fotografie di James Russell Cant, Lee Brodhurst Hooper, Yiannis Katsaris, Paola Leonardi, Tim van den Oudenhoven e Beata Stencel.
«Quando penso a iniziative come questa – dice Luca Lo Sicco di Leonvago, presidente della Fondazione Greece Needs Love di Atlanta - penso a opportunità di scambio tra artisti internazionali e locali, guardando sempre con particolare attenzione agli studenti dei licei artistici, delle accademie e delle Università.
d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo compie per connettersi e connetterci con il resto dell'Europa».
L’identità e i cambiamenti sociali in un panorama di incertezza sociale e politica sono i temi sui quali si sono mossi i sei fotografi europei contemporanei.
"Divided To The Ocean" di James Russell Cant presenta ritratti di persone che sono emigrate attraverso il mare in Inghilterra. L’artista esplora la divisione tra spazio, luoghi e identità, con tutta la malinconia inerente al processo migratorio.
Utilizza tecniche di lunga esposizione per fondere l’immagine dell'individuo con quella del mare, che contemporaneamente connette e divide i soggetti alle loro terre d'origine.
"Sea/Change" di Lee Broadhurst-Hooper rappresenta l'evoluzione del panorama sociale di Folkestone, città della costa inglese, punto di ingresso insieme a Dover nell'Unione Europea.
"This Is How Low You Brought Me, For I Am In Love With You" di Yiannis Katsaris, fotografo di origine greca naturalizzato cittadino britannico, è una serie di fotografie scattate nel corso di 10 anni che compongono una lirica d'amore per la sua Grecia.
In "Borderlands: The Edge Of Europe", Paola Leonardi ha meticolosamente documentato, durante un arco di tempo di 7 anni, aree remote ai confini dell'Unione Europea. Camminando lungo i confini e seguendo linee tracciate sulle mappe, l'artista ottiene una visione comprensiva delle comunità che vi risiedono.
Questa serie si concentra sulla connessione tra persone, territorio ed eventi storici, evidenziando l'importanza delle identità transculturali e transnazionali.
Con "Vanishing Portrait", Tim van den Oudenhoven tratta i temi della dissolvenza e della transitorietà, in quanto Vanitas applicata all'arte e al medium stesso. Nei suoi paesaggi notturni urbani, si esplorano gli spazi architettonici progettati per far sparire l'uomo in un generico labirinto di città.
I suoi lavori multimediali si concentrano sulla ripetizione, un flusso di coscienza destinato a riflettere il suo personale interrogativo sulla sua arte.
"Leva" di Beate Stencel esplora la fragile transizione tra infanzia e adolescenza. Si tratta di una serie creata nel piccolo villaggio di Pelci, in Lettonia, in uno scenario sempre più spesso abbandonata dai giovani che emigrano in cerca di lavoro.
La collettiva "Shifting Stances", curata da Paola Leonardi e Luca Lo Sicco di Leonvago - e promossa dalla Fondazione Greece Needs Love di Atlanta in collaborazione con The Sir John Cass School of Art and Design, London Metropolitan University - presenta le fotografie di James Russell Cant, Lee Brodhurst Hooper, Yiannis Katsaris, Paola Leonardi, Tim van den Oudenhoven e Beata Stencel.
«Quando penso a iniziative come questa – dice Luca Lo Sicco di Leonvago, presidente della Fondazione Greece Needs Love di Atlanta - penso a opportunità di scambio tra artisti internazionali e locali, guardando sempre con particolare attenzione agli studenti dei licei artistici, delle accademie e delle Università.
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Quest’anno, che la mostra si potrà visitare per un arco di tempo molto più lungo, mi auguro che avvengano nuovamente tali magie. Grazie a Valeria Patrizia Li Vigni si segna un'altra tappa nel percorso di crescita artistica e culturale che il Polo Museale regionaled'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo compie per connettersi e connetterci con il resto dell'Europa».
L’identità e i cambiamenti sociali in un panorama di incertezza sociale e politica sono i temi sui quali si sono mossi i sei fotografi europei contemporanei.
"Divided To The Ocean" di James Russell Cant presenta ritratti di persone che sono emigrate attraverso il mare in Inghilterra. L’artista esplora la divisione tra spazio, luoghi e identità, con tutta la malinconia inerente al processo migratorio.
Utilizza tecniche di lunga esposizione per fondere l’immagine dell'individuo con quella del mare, che contemporaneamente connette e divide i soggetti alle loro terre d'origine.
"Sea/Change" di Lee Broadhurst-Hooper rappresenta l'evoluzione del panorama sociale di Folkestone, città della costa inglese, punto di ingresso insieme a Dover nell'Unione Europea.
"This Is How Low You Brought Me, For I Am In Love With You" di Yiannis Katsaris, fotografo di origine greca naturalizzato cittadino britannico, è una serie di fotografie scattate nel corso di 10 anni che compongono una lirica d'amore per la sua Grecia.
In "Borderlands: The Edge Of Europe", Paola Leonardi ha meticolosamente documentato, durante un arco di tempo di 7 anni, aree remote ai confini dell'Unione Europea. Camminando lungo i confini e seguendo linee tracciate sulle mappe, l'artista ottiene una visione comprensiva delle comunità che vi risiedono.
Questa serie si concentra sulla connessione tra persone, territorio ed eventi storici, evidenziando l'importanza delle identità transculturali e transnazionali.
Con "Vanishing Portrait", Tim van den Oudenhoven tratta i temi della dissolvenza e della transitorietà, in quanto Vanitas applicata all'arte e al medium stesso. Nei suoi paesaggi notturni urbani, si esplorano gli spazi architettonici progettati per far sparire l'uomo in un generico labirinto di città.
I suoi lavori multimediali si concentrano sulla ripetizione, un flusso di coscienza destinato a riflettere il suo personale interrogativo sulla sua arte.
"Leva" di Beate Stencel esplora la fragile transizione tra infanzia e adolescenza. Si tratta di una serie creata nel piccolo villaggio di Pelci, in Lettonia, in uno scenario sempre più spesso abbandonata dai giovani che emigrano in cerca di lavoro.
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