Il bagno rituale dell'antico quartiere ebraico: le visite al Miqveh di Palermo
Il Miqveh nell'atrio di Palazzo Marchesi a Palermo
Il quartiere brulicava di commerci e di artigianato. C’era la sinagoga gremita per le celebrazioni del sabato. C’era il macello che trattava le carni secondo le rigorose prescrizioni. E c’erano i bagni rituali, utilizzati dalle donne per il solenne atto di purificazione dopo le gravidanze e il ciclo mestruale.
Dell’antico rione degli ebrei, cacciati via dalla Sicilia nel 1492, come da tutto il Regno di Spagna, sono rimaste alcune tracce architettoniche importanti e anche testimonianze nella toponomastica di taluni vicoli del centro storico.
Il bagno rituale – il Miqveh – è stato rintracciato qui, nell’atrio di Palazzo Marchesi, a un passo dalla centrale via Maqueda. Per anni, questo luogo era stato indagato e interpretato dagli studiosi come sito di sepoltura, ma successive ricerche hanno convinto gli esperti a identificarlo certamente come Miqveh.
A Palermo sono 18 le visite dei luoghi su prenotazione (guarda i siti aperti). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
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