"Il castello incantato": riflessione semiseria di Calascibetta e Orphée sul rapporto dell'uomo con il tempo
Opera di Momò Calascibetta per il progetto "Il castello incantato" (part.)
È con "Il castello incantato" che torna la complessa e criptica riflessione sullo stato dell'arte contemporanea, concepita da un pittore espressionista, ironico e dissacrante (Momò Calascibetta) e da un giovane scrittore (Dario Orphée La Mendola).
La tecnica pittorica è apparentemente quella della caricatura di personaggi reali viventi, ma in realtà molteplici riferimenti iconografici evidenziano la profondità del lavoro che mira ad una riflessione e ad un dialogo sempre più intenso tra arte e matrici del passato in chiave contemporanea.
Un’operazione artistica che non rinuncia all'ironia e al sarcasmo. Una provocazione irriverente che si impone per la qualità delle opere e la sottile malizia.
In questa installazione Dario Orphée, in particolare, racconta di una mostra in Sicilia nata morta, mentre Momò Calascibetta resuscita i morti, esaltandoli in riquadri dove i signori dell'arte sono condannati a ripetere in eterno i medesimi esercizi.
Momò Calascibetta nasce a Palermo nel vicolo del Forno e si laurea in architettura nel 1977 con Gregotti e Pollini ma nonostante l'intrigante passione per essa, sceglie la pittura che aveva praticato sin da piccolo. I suoi "relitti umani" mordono ancora, inghiottono, godono e intanto si preparano ad un atto unico, quello dell'effusione amorosa, della totale consunzione carnale dell'individuo, del deliquio dei sensi nella sfrenatezza di un'avida passione, ma pervase da una pietas che li riconduce ad una possibilità di speranza.
Nato ad Agrigento, Dario Orphée ha conseguito la maturità scientifica e la laurea magistrale in filosofia. Insegna estetica ed etica della comunicazione presso l’Accademia di Belle Arti di Agrigento e progettazione delle professionalità presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Critico e curatore indipendente, collabora con numerose riviste – scrivendo di critica d’arte e teatrale, estetica, filosofia della natura e filosofia dell’agricoltura. Attualmente si occupa dello studio del sentimento, di gnoseologia dell’arte, di estetica ecobiologica e di scienze naturali.
La tecnica pittorica è apparentemente quella della caricatura di personaggi reali viventi, ma in realtà molteplici riferimenti iconografici evidenziano la profondità del lavoro che mira ad una riflessione e ad un dialogo sempre più intenso tra arte e matrici del passato in chiave contemporanea.
Un’operazione artistica che non rinuncia all'ironia e al sarcasmo. Una provocazione irriverente che si impone per la qualità delle opere e la sottile malizia.
In questa installazione Dario Orphée, in particolare, racconta di una mostra in Sicilia nata morta, mentre Momò Calascibetta resuscita i morti, esaltandoli in riquadri dove i signori dell'arte sono condannati a ripetere in eterno i medesimi esercizi.
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È negli spazi del Castello di Carini, dunque, che è allestita la mostra "Cenere", il progetto curato da Andrea Guastella, fruibile fino al 19 ottobre, tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30.Momò Calascibetta nasce a Palermo nel vicolo del Forno e si laurea in architettura nel 1977 con Gregotti e Pollini ma nonostante l'intrigante passione per essa, sceglie la pittura che aveva praticato sin da piccolo. I suoi "relitti umani" mordono ancora, inghiottono, godono e intanto si preparano ad un atto unico, quello dell'effusione amorosa, della totale consunzione carnale dell'individuo, del deliquio dei sensi nella sfrenatezza di un'avida passione, ma pervase da una pietas che li riconduce ad una possibilità di speranza.
Nato ad Agrigento, Dario Orphée ha conseguito la maturità scientifica e la laurea magistrale in filosofia. Insegna estetica ed etica della comunicazione presso l’Accademia di Belle Arti di Agrigento e progettazione delle professionalità presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Critico e curatore indipendente, collabora con numerose riviste – scrivendo di critica d’arte e teatrale, estetica, filosofia della natura e filosofia dell’agricoltura. Attualmente si occupa dello studio del sentimento, di gnoseologia dell’arte, di estetica ecobiologica e di scienze naturali.
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