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Il cinema fa i conti con la pandemia: le opere di ASCinema nella mostra d'arte "Salus populi"

  • Domenica di carta 2020
  • Archivio di Stato alla "Catena" - Palermo
  • Dal 11 ottobre 2020 al 14 gennaio 2021 (evento rinviato a data da destinarsi)
  • Visitabile martedì, mercoledì e giovedì dalle 9.30 alle 12.30
  • Gratuito
Balarm
La redazione

Locandina del film "Il ponte dei sospiri" (part.)

In ottemperanza dell'ultimo DPCM del 3 novembre 2020 del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della Salute, relativo alle “Misure urgenti per il contenimento del contagio da COVID-19 sull’intero territorio nazionale”, e a tutela della salute degli spettatori, vengono sospese le iniziative culturali fino a nuovi provvedimenti.

L'Oratorio del Settecento magnificamente adornato dai preziosi stucchi barocchi di scuola serpottiana nell'ex convento di Santa Maria degli Angeli detto della "Gancia", attualmente una delle sedi della Soprintendenza Archivistica della Sicilia - Archivio di Stato di Palermo, fa da cornice alla mostra "Salus populi. Epidemia e cura: dalle carte d’archivio al cinema".

L'esposizione temporanea verte sulle pandemie nel cinema e trae stimolo da una proposta dello stesso dell’Archivio di Stato e si inquadra all’interno della manifestazione "Domenica di carta 2020" promossa dal MiBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo). 
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Quella delle epidemie è una tematica che irrompe quotidianamente nel nostro presente per via del Covid-19, caratterizzando interi periodi e condizionando l’economia, la politica e lo sviluppo culturale delle popolazioni colpite. La mostra si sviluppa attraverso cinque suggestive opere cinematografiche selezionate da ASCinema, tutte di particolare valore e con contenuti relativi ad epidemie (Peste o Colera).

I film saranno rappresentati da materiali cartacei molto rari ed inediti – cineromanzi, cinefumetti, manifesti di vario formato, foto di scena, brochure, etc. – e sono tratti da opere letterarie multi-identitarie: quella siciliana è rappresentata da "La storia di una capinera" (1943), film tratto dal romanzo di Giovanni Verga, con la regia di Gennaro Righelli, contestualizzato durante l'epidemia del colera, proveniente dall'India, che comparve in Italia per la prima volta nel 1835 nelle regioni settentrionali, scendendo velocemente lungo tutta la Penisola per arrivare in Sicilia nel 1837, dove assunse un andamento molto più virulento che altrove e dove uccise ben 69.250 persone.

Uno spaccato di respiro nazionale è narrato ne "I promessi sposi" (1941) e ne "Il ponte dei sospiri" (1940). La prima opera è del regista Mario Camerini ed è la trasposizione in chiave cinematografica dell‘omonimo romanzo ottocentesco di Alessandro Manzoni i cui capitoli XXXI-XXXII sono interamente occupati da una digressione storica che ricostruisce la diffusione della peste. 

"Il ponte dei sospiri" è, invece, una storia d’amore contrastata tra Rolando ed Eleonora, figlia del Doge. Siamo nella Venezia del XVI martoriata dalle scorribande turche e dalle pestilenze diffuse tra la popolazione veneziana dalla pirateria turca. Ispirato dal romanzo dello scrittore francese Michel Zevago, è diretto da Mario Bonnard.

Nel film "Il settimo sigillo" (1957) - tratto da una pièce de théâtre dello stesso regista svedese Ingmar Bergman - l'orrore della peste, il buio dell'ignoranza, la cieca superstizione e il fanatismo religioso spiccano nello scenario apocalittico, in quella terra natale in cui il nobile cavaliere scandinavo ritorna.

E per finire, "La maschera della morte rossa" (1964), film tratto da un racconto di Edgar Allan Poe e diretto da Roger Corman ed ambientato nel Medioevo che racconta della grande pestilenza che avrebbe desolato l’intera Europa per anni e anni a partire dal bacino del Mediterraneo e che avrebbe raggiunto anche la Sicilia nell’ottobre del 1347, dando luogo ad una pandemia di circa quattro secoli.

La mostra sarà accompagnata dalla proiezione di un film-loop contenente le scene più significative dei film presentati, più un documentario sull'influenza spagnola d'inizio Novecento che verrà proiettato ad oltranza.

«Il cinema ha narrato in maniera molto efficace i temi legati alle pandemie e alla salute pubblica - spiega Antonio La Torre Giordano, direttore di ASCinema in merito all’evento - e, sulla base della realtà incombente, è uno strumento straordinario per veicolare la memoria di eventi epidemici passati verso la quotidianità, dando vita a momenti conoscitivi e di riflessione responsabile».
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