"Il sogno di Circe": la valenza archetipica del mito rivive nelle opere di tre artisti
"Jerolamus. Trasfiguratio", 2019, acrilico e pittura aerografica su tela (part.)
Nella sede palermitana dell'associazione L'arca degli esposti, in via Dante Alighieri 25, le opere di Ettore Aldo Del Vigo, Adriano Fida e Fabio Timpanaro, raccontano la dea (o strega), all'interno della mostra "Il sogno di Circe" a cura di Eliana Urbano Raimondi e Ivan Cenzi.
Il suo nome è entrato nel vocabolario come sinonimo di ammaliatrice, di spietata seduttrice e persino alcune perturbazioni meteorologiche sono state ribattezzate come lei, per evocarne la fama di "portatrice di danni". La potenza continua di ammaliare e l'efficacia dei suoi magheggi, fanno della bella Circe un sempre attuale sortilegio di seduzione.
Gli artisti mettono in mostra la valenza archetipica del mito, la forza segreta del potere dell'icona, capace in ogni tempo di addensare storie, raffigurazioni e forme dell'espressione umana. La materia che muta e l'imprevedibilità delle sue trasformazioni si rivelano un'inesauribile fonte di visioni ipnotiche. E in stato ipnagogico versano le figure che abitano "Il sogno di Circe", assopite nell'incanto della loro stessa sostanza che evolve.
Ed è con questo atto di distruzione e di creazione che Del Vigo, Fida e Timpanaro, regalano nuova forma alla materia, consegnandola a quel limbo di dormiveglia che è la fruizione di un'opera, proprio come la maga dell'Odissea imprigionava in altra pelle i suoi malcapitati ospiti.
L'esposizione, supportata da Bizzarro Bazar, B&B L'Opera Buffa, Agenzia Generali Palermo Da Vinci, Terre di Giafar, I Peccatucci di Mamma Andrea, è corredata da un catalogo, e sarà visitabile fino al 3 novembre su appuntamento.
Il suo nome è entrato nel vocabolario come sinonimo di ammaliatrice, di spietata seduttrice e persino alcune perturbazioni meteorologiche sono state ribattezzate come lei, per evocarne la fama di "portatrice di danni". La potenza continua di ammaliare e l'efficacia dei suoi magheggi, fanno della bella Circe un sempre attuale sortilegio di seduzione.
Gli artisti mettono in mostra la valenza archetipica del mito, la forza segreta del potere dell'icona, capace in ogni tempo di addensare storie, raffigurazioni e forme dell'espressione umana. La materia che muta e l'imprevedibilità delle sue trasformazioni si rivelano un'inesauribile fonte di visioni ipnotiche. E in stato ipnagogico versano le figure che abitano "Il sogno di Circe", assopite nell'incanto della loro stessa sostanza che evolve.
Ed è con questo atto di distruzione e di creazione che Del Vigo, Fida e Timpanaro, regalano nuova forma alla materia, consegnandola a quel limbo di dormiveglia che è la fruizione di un'opera, proprio come la maga dell'Odissea imprigionava in altra pelle i suoi malcapitati ospiti.
L'esposizione, supportata da Bizzarro Bazar, B&B L'Opera Buffa, Agenzia Generali Palermo Da Vinci, Terre di Giafar, I Peccatucci di Mamma Andrea, è corredata da un catalogo, e sarà visitabile fino al 3 novembre su appuntamento.
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