"L'altra America": i ritratti di Sandro Mele in mostra allo Spazio Rivoluzione di Palermo

L'attivista statunitense Huey Newton ritratto da Sandro Mele
Lo Spazio Rivoluzione a Palermo inaugura, sabato 6 novembre dalle 19.00 alle 21.00, la nuova mostra di Sandro Mele, "L'altra America" (a cura di Adalberto Abbate), esposizione di una serie di ritratti di afromericani che con il loro operato hanno cambiato la storia dell’America.
La mostra trae origine dalla profonda amicizia tra l’artista e l’attivista per i diritti civili Bettie Petit (Virginia, 1935), fondatrice dell’associazione Fitil Onlus e protagonista di una videointervista filmata dallo stesso Sandro Mele.
I ritratti, sintetici e intensi, hanno preso corpo durante il lockdown, in un tempo sospeso duro ma inaspettatamente orientato verso inedite e profonde riflessioni. Con sguardo puro e attento Sandro Mele ricuce i pezzi di una storia dimenticata, forse mai scritta, facendo ricorso alla propria esperienza e a preziose testimonianze dirette.
Nativa dello Stato della Virginia, Bettie Petit porta con sé un bagaglio di vita inestimabile. Responsabile della sezione lavoro della Core (Congress of Racial Equality), ente fondato negli anni ’40 da James Farmer, sostenitore del movimento Non Violent Direct Action (azione diretta nonviolenta), ha conosciuto leader rivoluzionari quali Malcom X e Saul David Alinsky e seguito le attività di protesta dei Black Panthers e dei Freedom Riders.
Dalle ricognizioni storiche e dal confronto diretto con i suoi coetanei, ha avuto modo di comprendere quanto il pensiero razzista fosse profondamente radicato nella cultura del suo paese, dedicando la sua vita al riscatto e all’affermazione civica della popolazione africana in America e nel mondo.
Oggi, con la sua associazione, promuove centinaia di progetti umanitari in Burkina Fasu, uno stato indipendente dell’Africa occidentale devastato da lotte intestine, incursioni jihadiste, forze di vigilanza incontrollate e da un governo centrale debole e pericolosamente corrotto.
Vigile cronista del suo tempo, Sandro Mele raccoglie le memorie di Bettie e le contestualizza in un nuovo e incisivo racconto. Quell’America inedita, palpitante, potente, si intreccia alle derive etiche del contemporaneo.
La mostra è visitabile ogni giovedì fino al 2 dicembre dalle ore 18.00 alle 20.00 con ingresso gratuito.
La mostra trae origine dalla profonda amicizia tra l’artista e l’attivista per i diritti civili Bettie Petit (Virginia, 1935), fondatrice dell’associazione Fitil Onlus e protagonista di una videointervista filmata dallo stesso Sandro Mele.
I ritratti, sintetici e intensi, hanno preso corpo durante il lockdown, in un tempo sospeso duro ma inaspettatamente orientato verso inedite e profonde riflessioni. Con sguardo puro e attento Sandro Mele ricuce i pezzi di una storia dimenticata, forse mai scritta, facendo ricorso alla propria esperienza e a preziose testimonianze dirette.
Nativa dello Stato della Virginia, Bettie Petit porta con sé un bagaglio di vita inestimabile. Responsabile della sezione lavoro della Core (Congress of Racial Equality), ente fondato negli anni ’40 da James Farmer, sostenitore del movimento Non Violent Direct Action (azione diretta nonviolenta), ha conosciuto leader rivoluzionari quali Malcom X e Saul David Alinsky e seguito le attività di protesta dei Black Panthers e dei Freedom Riders.
Dalle ricognizioni storiche e dal confronto diretto con i suoi coetanei, ha avuto modo di comprendere quanto il pensiero razzista fosse profondamente radicato nella cultura del suo paese, dedicando la sua vita al riscatto e all’affermazione civica della popolazione africana in America e nel mondo.
Oggi, con la sua associazione, promuove centinaia di progetti umanitari in Burkina Fasu, uno stato indipendente dell’Africa occidentale devastato da lotte intestine, incursioni jihadiste, forze di vigilanza incontrollate e da un governo centrale debole e pericolosamente corrotto.
Vigile cronista del suo tempo, Sandro Mele raccoglie le memorie di Bettie e le contestualizza in un nuovo e incisivo racconto. Quell’America inedita, palpitante, potente, si intreccia alle derive etiche del contemporaneo.
La mostra è visitabile ogni giovedì fino al 2 dicembre dalle ore 18.00 alle 20.00 con ingresso gratuito.
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