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"La leggenda di Orlando": la tradizione cavalleresca in una nuova veste in scena a Palazzo Riso

Balarm
La redazione

Una scena dello spettacolo "La leggenda di Orlando"

Il 15 settembre, nel cortile del Museo di Arte Moderna di Palazzo Riso, va in scena lo spettacolo "La leggenda di Orlando: battaglie, amore e follia", nato dalla collaborazione tra l'Associazione MusicaMente e la Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e facente parte della rassegna "Settembre al Riso".

Ideato da Paolo Rigano e Fabrizio Lupo, il progetto nasce da un’ipotesi di sviluppo dell'antica tradizione siciliana dell' "Opera dei pupi" e del "Cunto", e dalla commistione di queste arti con la musica e l'animazione digitale.

La messa in scena è di Fabrizio Lupo, la drammaturgia e narrazione di Maurizio Maiorana. Compongono l’Arianna Art Ensemble, Giorgio Chinnici alla viola, Raffaele Nicoletti, violino, Francesco Colletti, violino, Federico Brigantino, violino, Riccardo Palumbo al violoncello, Alessandro Nasello al flauto e fagotto, Cinzia Guarino al clavicembalo, Paolo Rigano arciliuto, chitarra barocca e oud, Marco Lo Cicero al contrabbasso.

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L'animazione delle marionette è a cura di Emilia Guagliardotto e Gabriele Genova, che le ha anche realizzate. Il fondale di scena è stato realizzato da Alessia d'Amico e Grazia Inserillo. Mixer video di Serena Pantaleo e mixer luci di Vincenzo Cannioto. 

Il cunto ('U cuntu), è un'antichissima tecnica poetica tradizionale usata per raccontare storie. Si dice che risalga addirittura al tempo dell'antica Grecia, quando gli aedi giravano per strade e case a raccontare le storie epiche. I cuntastorie (o cuntisti) tradizionali siciliani, attivi in strada fino agli anni '60, raccontavano le gesta dei paladini di Francia usando il dialetto siciliano, a differenza dei pupari che usano la lingua italiana.

Il cunto si articola in due momenti: quello descrittivo, in cui si racconta l'antefatto, lo scenario e lo svolgimento del cunto stesso; e la battaglia, in cui il cuntista e il pubblico entrano in una sorta di ipnosi narrativa, dove il tempo è sospeso, il ritmo varia attraverso gli accenti e le pause delle parole spezzate, il battito del piede al suolo, le evoluzioni della spada.

Questa rappresentazione contemporanea e sperimentale della narrativa cavalleresca utilizza infatti le videoproiezioni come immagine dinamica, che accompagna la narrazione e la musica. Un linguaggio che però trae pur sempre la sua ispirazione dalla tradizione, ma con l'apporto della moderna illuminotecnica, che consente dunque l'unione di usanze storiche e tecniche moderne.

Inoltre, per questo spettacolo Paolo Rigano ha scelto di accostare alcuni brani strumentali di Antonio Vivaldi agli episodi del cunto: così la scena della battaglia tra musulmani e cristiani è accompagnata dagli archi della  Sinfonia RV 116, l’amore non corrisposto di Orlando per Angelica dall’Adagio del Concerto per flautino RV 443, infine la follia di Orlando dalle variazioni sul tema della Follia.

Grazie ad un'orchestra di affermati musicisti siciliani ed il cuntista Maurizio Maiorana, musica barocca e cunto si incontrano nella figura di Orlando, eroe innamorato e furioso, incarnazione della varietà degli affetti e simbolo di una Sicilia profondamente barocca.

Per chi non riuscisse a partecipare all'evento, si informa che lo spettacolo va in replica giorno 16 settembre, alla stessa ora.

Si ricorda che per accedere allo spettacolo i visitatori dovranno esibire il Green Pass corredato da un valido documento di identità.

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