La lezione di canto, vera chicca della musica barocca: il "pasticcio musicale" a Palazzo Sant'Elia

Debora Troìa (mezzosoprano)
L'appuntamento è in programma nell'atrio di Palazzo Sant'Elia lunedì 12 luglio alle 21.00 con "La lezione di canto", una divertente messa in scena in costume ispirata all'intermezzo buffo “Cantarina e Maestro” del compositore napoletano Giovanni Antonio Costa, di cui esiste una sola copia manoscritta presso la Sächsische Landesbibliothek di Dresda.
Il progetto nasce da un’idea di Luca Dordolo, docente di Canto rinascimentale e barocco ed è interpretato da Debora Troìa (mezzosoprano), Luca Dordolo (tenore), Silvio Natoli (tiorba) e Basilio Timpanaro (clavicembalo).
Non ci sono molte notizie sulla vita del musicista e del librettista di questo piccolo componimento, ma esso, oltre a presentare un’indubbia qualità musicale, risulta particolarmente piacevole e attraente per l’ironia della scenetta rappresentata, non scevra, come d'uso all'epoca, da spiritosi e spassosi doppi sensi: una “lezione di canto”.
Lo spettacolo è costruito intorno al breve intermezzo del Costa, nucleo su cui sono stati innestati duetti, arie e scene tratti da altre opere, non necessariamente coeve (considerato che non ci sono riferimenti temporali nel libretto originale), per farne un pastiche musicale unitario, spassoso e divertente, della durata di circa un’ora.
La partitura musicale originale è così affiancata e arricchita dall’inserimento di brani di compositori di grande valore quali Kapsberger, Sances, Ferrari e Monteverdi.
La scena si svolge in casa della Cantarina, signora Betta, che aspetta con impazienza l’arrivo del maestro di canto per la lezione quotidiana in vista della preparazione di un dramma che presto avrà da recitarsi.
All’arrivo del maestro, dopo un piccolo esercizio di riscaldamento vocale, la lezione si snoda tra elogi e rimbrotti, adulazioni e sberleffi; tra una gag e l’altra, divertenti duetti e esibizioni canore solistiche, il divertissement diventa via via occasione per mettere in luce le qualità vocali della Cantarina e la bravura del Maestro, apparentemente solo interessato alla buona riuscita della sua pupilla ma (chissà …?) forse altrettanto ad esserne “soddisfatto” nella propria giusta remunerazione. Lo spettacolo è realizzato in forma semiscenica.
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