La Madonna col bambino, il pozzo dei miracoli e le Sibille: apre Santa Maria del Piliere a Palermo
Chiesa di Santa Maria del Piliere a Palermo
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
La conoscenza del luogo sacro è legata alla presenza di un pozzo alimentato da una sorgente di acque freschissime, al 1539 risale il ritrovamento all'interno di una statua lignea raffigurante una Madonna col bambino in braccio da parte di maestranze edili presenti in un cantiere. Varianti di racconti popolari descrivono della caduta accidentale e involontaria di una fanciulla all'interno della cavità la quale, salvatasi miracolosamente, rivela dell'esistenza della statua verosimilmente ivi custodita da epoche remote.
Il simulacro divenne oggetto di devozione, la statuina fu posta alla pubblica venerazione assisa su una piccola colonna di marmo. Da ciò derivò il nome "Madonna del Piliere", termine mutuato dall'etimo spagnolo pilar, che in siciliano indica i piccoli pilastri usati per segnare i confini.
L'edificio sacro presenta il frontespizio rivolto ad occidente con campanile ripartito su tre ordini sulla destra, portale con colonne ioniche e stemma coronato sull'architrave, timpano sovrapposto e spezzato con edicola intermedia contenente finestra e vaghe decorazioni. All'interno gli ornamenti si arricchiscono di patine in oro, affreschi, cappelle disposte nell'unico ambiente arricchite da stucchi ispirati alla scuola dei Serpotta: dieci statue raffiguranti i Profeti, opere commissionate a Nicolò e Bartolomeo Sanseverino nel 1749.
Addossata alla controfacciata la cantoria recante lo stemma francescano. Nella volta a botte il dipinto dalla controversa attribuzione, Vito D'Anna o il suocero Olivio Sozzi, raffigurante la Nascita di Sansone, ai lati del presbiterio due quadroni, le Sibille decorano le vele: Delfica, Persica, Cumana e Eritrea, pitture eseguite a cavallo tra il 1751 e il 1754.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili.
La conoscenza del luogo sacro è legata alla presenza di un pozzo alimentato da una sorgente di acque freschissime, al 1539 risale il ritrovamento all'interno di una statua lignea raffigurante una Madonna col bambino in braccio da parte di maestranze edili presenti in un cantiere. Varianti di racconti popolari descrivono della caduta accidentale e involontaria di una fanciulla all'interno della cavità la quale, salvatasi miracolosamente, rivela dell'esistenza della statua verosimilmente ivi custodita da epoche remote.
Il simulacro divenne oggetto di devozione, la statuina fu posta alla pubblica venerazione assisa su una piccola colonna di marmo. Da ciò derivò il nome "Madonna del Piliere", termine mutuato dall'etimo spagnolo pilar, che in siciliano indica i piccoli pilastri usati per segnare i confini.
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A metà del 1700 furono realizzati tanti interventi: un portale riccamente adorno, un gruppo scultoreo di scuola serpottiana e gli affreschi attribuiti a Vito D’Anna.L'edificio sacro presenta il frontespizio rivolto ad occidente con campanile ripartito su tre ordini sulla destra, portale con colonne ioniche e stemma coronato sull'architrave, timpano sovrapposto e spezzato con edicola intermedia contenente finestra e vaghe decorazioni. All'interno gli ornamenti si arricchiscono di patine in oro, affreschi, cappelle disposte nell'unico ambiente arricchite da stucchi ispirati alla scuola dei Serpotta: dieci statue raffiguranti i Profeti, opere commissionate a Nicolò e Bartolomeo Sanseverino nel 1749.
Addossata alla controfacciata la cantoria recante lo stemma francescano. Nella volta a botte il dipinto dalla controversa attribuzione, Vito D'Anna o il suocero Olivio Sozzi, raffigurante la Nascita di Sansone, ai lati del presbiterio due quadroni, le Sibille decorano le vele: Delfica, Persica, Cumana e Eritrea, pitture eseguite a cavallo tra il 1751 e il 1754.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili.
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