"La Sicilia aveva perduto la voce" dei VacuaMoenia: l'installazione a Gibellina

VacuaMoenia
Si concludono con l'inaugurazione del progetto "La Sicilia aveva perduto la voce" dei VacuaMoenia, le attività della programmazione "Plenaria: nuovi fermenti creativi per Belìce/EpiCentro della Memoria Viva", un ciclo di appuntamenti e attività, curate dal direttore Giuseppe Maiorana.
"Plenaria" si propone di creare un dialogo profondo tra l'arte e il pubblico, stimolando la riflessione su tematiche fondamentali di attualità.
Giovedì 27 giugno, a partire dalle 18.00, viene inaugurato a Belìce/EpiCentro della Memoria Viva la ricerca artistica dei VacuaMoenia, che invita a riflettere sui movimenti umani e sociali prima degli eventi sismici che hanno stravolto, inevitabilmente, il percorso della Valle del Belìce.
Attraverso tessuti, suoni e mappe si narra di mafia, donne e lotte. Tre composizioni elettroacustiche, una per ogni tessuto, rievocano tre stratificazioni di macerie.
Le macerie, infatti, sono tre domande in forma di suono: Chi sono? Chi siamo? Chi sei? Le risposte sono quelle delle memorie e delle testimonianze di Nuccia Tasca e Lorenzo Barbera, ma anche queste lasciano un quesito di una potenza disarmante: cosa sarebbe accaduto se le narrazioni successive non fossero confluite nel terremoto, ma pochi istanti, mesi, anni prima?".
L'esposizione si tiene presso gli spazi di Belìce/EpiCentro della Memoria Viva sino al 28 luglio, dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30.
"Plenaria" si propone di creare un dialogo profondo tra l'arte e il pubblico, stimolando la riflessione su tematiche fondamentali di attualità.
Giovedì 27 giugno, a partire dalle 18.00, viene inaugurato a Belìce/EpiCentro della Memoria Viva la ricerca artistica dei VacuaMoenia, che invita a riflettere sui movimenti umani e sociali prima degli eventi sismici che hanno stravolto, inevitabilmente, il percorso della Valle del Belìce.
Attraverso tessuti, suoni e mappe si narra di mafia, donne e lotte. Tre composizioni elettroacustiche, una per ogni tessuto, rievocano tre stratificazioni di macerie.
Le macerie, infatti, sono tre domande in forma di suono: Chi sono? Chi siamo? Chi sei? Le risposte sono quelle delle memorie e delle testimonianze di Nuccia Tasca e Lorenzo Barbera, ma anche queste lasciano un quesito di una potenza disarmante: cosa sarebbe accaduto se le narrazioni successive non fossero confluite nel terremoto, ma pochi istanti, mesi, anni prima?".
L'esposizione si tiene presso gli spazi di Belìce/EpiCentro della Memoria Viva sino al 28 luglio, dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30.
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