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La Sicilia di Francesco Lauretta, a cavallo tra verità fotografica e sdoppiamento onirico

  • Incursioni contemporanee
  • Pinacoteca di Villa Zito - Palermo
  • Dal 27 ottobre 2018 al 7 gennaio 2019 (evento concluso)
  • Visitabile dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 19.30
  • 10 euro (intero), 8 euro (ridotto per gruppi e convenzioni), 4 euro (ridotto speciale per minori di 18 anni e scuole), ingresso gratuito (minori di 6 anni, insegnanti accompagnatori, disabili, giornalisti accreditati, guide turistiche)
  • Il biglietto d’ingresso comprende la visita delle collezioni permanenti di Villa Zito
Balarm
La redazione

"Femminile", olio su tela

Prosegue con "Radioso", di Francesco Lauretta, la rassegna "Incursioni contemporanee", curata da Sergio Troisi, che indaga sulla contaminazione tra le collezioni pittoriche della Fondazione Sicilia e i linguaggi contemporanei. A dialogare con la collezione di Villa Zito è Francesco Lauretta, artista ispicese la cui opera è caratterizzata dal forte tratto evocativo di una Sicilia visionaria, in bilico tra la fotografia e il dipinto.

«La chiarezza quasi fotografica delle sue opere conseguita attraverso un esercizio e un controllo non soltanto dei singoli dettagli ma anche della complessiva dimensione luminosa del dipinto – dice il curatore, Sergio Troisi - chiama in causa il valore di ciò che vediamo: se realtà attuale, reminiscenza o visione onirica». 

Artefice di una pittura di eclatante evidenza visiva satura tuttavia di trappole, slittamenti e dislocazioni, Francesco Lauretta (Ispica, 1964) ha assunto il riferimento alla collezione della Fondazione Sicilia come un ulteriore tassello della propria riflessione concettuale sul valore dell’immagine figurativa e della sua intrinseca ambiguità.

Alcune delle sue opere esposte recano, in didascalia, la dicitura "remix": a conferma della operazione concettuale condotta da Lauretta, questi dipinti replicano, solo sulla scortadella memoria e con pochissime varianti, alcuni momenti della produzione precedente, in un gioco di specchi virtualmente senza fine che moltiplica, insieme all’opera, il tempo.
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