"Labirinti": le illusioni ottiche dell'artista Gia Asmundo in mostra al Palazzo Nicolaci di Noto

Gia Asmundo
A Palazzo Nicolaci di Villadorata di Noto, in occasione della rassegna "Percorsi di NOTOrietà", l'artista etnea Gia Asmundo presenta la mostra "LABIRINTI", curata da Vincenzo Medica per Studio Barnum contemporary. La mostra si può visitare fino al 24 ottobre.
A Gia Asmundo piace creare esperienze ottiche coinvolgenti, generando sensazioni visive ed emozioni senza filtri. Le sue figure, assolutamente percettive e geometriche, richiamano continui Labirinti, illusioni ottiche che vengono interrotte sempre da un tratto, un freno al ritmo, una scelta cromatica che cattura e sorprende, una vena sentimentale che costringe a rifare tutti i calcoli.
Il suo nuovo progetto è legato alla creazione di un'opera d'arte tridimensionale, dove è protagonista un gioco di composizione e scomposizione di più elementi, grazie ad un processo (inconscio) evolutivo, passato attraverso la sperimentazione dell'uso del colore e delle emozioni che ne scaturiscono, unito alla razionalità del segno grafico.
«Quando dipingo mi sento libera dal tempo, libera di perdermi in un segno che sembra casuale, ma allo stesso tempo dettato da una calcolata e ripetitiva logica, alla ricerca di un equilibrio, di una certezza» afferma Gia.
A Gia Asmundo piace creare esperienze ottiche coinvolgenti, generando sensazioni visive ed emozioni senza filtri. Le sue figure, assolutamente percettive e geometriche, richiamano continui Labirinti, illusioni ottiche che vengono interrotte sempre da un tratto, un freno al ritmo, una scelta cromatica che cattura e sorprende, una vena sentimentale che costringe a rifare tutti i calcoli.
Il suo nuovo progetto è legato alla creazione di un'opera d'arte tridimensionale, dove è protagonista un gioco di composizione e scomposizione di più elementi, grazie ad un processo (inconscio) evolutivo, passato attraverso la sperimentazione dell'uso del colore e delle emozioni che ne scaturiscono, unito alla razionalità del segno grafico.
«Quando dipingo mi sento libera dal tempo, libera di perdermi in un segno che sembra casuale, ma allo stesso tempo dettato da una calcolata e ripetitiva logica, alla ricerca di un equilibrio, di una certezza» afferma Gia.
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