Le indagini sulla mafia nella villa dell'imprenditore ebreo: le visite a Villa Ahrens a Palermo
Villa Ahrens a Palermo
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
Quando è stata inaugurata la nuova sede della Direzione Investigativa Antimafia, nel 2012, in tanti hanno scoperto anche questa splendida villa pressoché sconosciuta, nella zona dei Colli: villa Ahrens, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di San Lorenzo, deve il suo nome ad Albert Ahrens, curiosa figura di ebreo tedesco che si innamorò di Palermo e fece fortuna producendo mobili, tessuti e commerciando in vini.
Albert si innamorò di una nobildonna tedesca, Joanna Haenchenn , e la corteggiò fino a quando non ottenne un sintetico, telegrafico e parsimonioso “Ja”. La coppia ebbe otto figli, ma le vicende della famiglia non furono serene: essere ebrei a inizio secolo non era facile, la villa e molti beni vennero svenduti e mai risarciti.
Nonostante questo, la residenza conserva ancora tutto il suo fascino: possedeva un giardino enorme che arrivava fino al ficus davanti a Villa Adriana. E qui sorse il primo campo da tennis di Palermo. La visita permetterà di scoprire la villa, ma anche di conoscere l’attività della DIA.
A Palermo sono 18 le visite dei luoghi su prenotazione (guarda i siti aperti). La visita ha una durata di 45 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili.
Quando è stata inaugurata la nuova sede della Direzione Investigativa Antimafia, nel 2012, in tanti hanno scoperto anche questa splendida villa pressoché sconosciuta, nella zona dei Colli: villa Ahrens, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di San Lorenzo, deve il suo nome ad Albert Ahrens, curiosa figura di ebreo tedesco che si innamorò di Palermo e fece fortuna producendo mobili, tessuti e commerciando in vini.
Albert si innamorò di una nobildonna tedesca, Joanna Haenchenn , e la corteggiò fino a quando non ottenne un sintetico, telegrafico e parsimonioso “Ja”. La coppia ebbe otto figli, ma le vicende della famiglia non furono serene: essere ebrei a inizio secolo non era facile, la villa e molti beni vennero svenduti e mai risarciti.
Nonostante questo, la residenza conserva ancora tutto il suo fascino: possedeva un giardino enorme che arrivava fino al ficus davanti a Villa Adriana. E qui sorse il primo campo da tennis di Palermo. La visita permetterà di scoprire la villa, ma anche di conoscere l’attività della DIA.
A Palermo sono 18 le visite dei luoghi su prenotazione (guarda i siti aperti). La visita ha una durata di 45 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili.
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