"Le segrete stanze del Palazzo Arcivescovile": visita alla Cappella Sveva e all'ex Carcere di Siracusa
La Cappella Sveva all'interno del Palazzo Arcivescovile di Siracusa
Venticinque monumenti aperti al pubblico tra siti inediti, chiese, cappelle e piccoli musei: Siracusa apre le porte per "Le Vie dei Tesori", con itinerari in programma ogni venerdì, sabato e domenica dal 14 al 30 settembre.
"Le segrete stanze del Palazzo Arcivescovile" è una visita all'interno della Cappella Sveva e dell'ex Carcere. A lungo utilizzata per usi impropri, destinata a cadere nell’oblio e nella rovina, oggi è una perla del Palazzo, sede di eventi culturali e mostre. Vi si accede dal cortile interno. Nacque originariamente come portico e poi, dopo l’imperatore Federico II, fu trasformata in luogo di culto.
Declassata, nel corso dei secoli, al rango di cucina e magazzino per la legna, fu rimessa a nuovo agli inizi del 1900, per volere di Luigi Bignami, arcivescovo milanese, trapiantato a Siracusa. E venne restituita dignità alle sue forme architettoniche di pregio. A Giovanni Antonio Capobianco, vescovo della città dal 1649 al 1673, si deve, invece, la creazione del Carcere vescovile, ricavato in un’altra ala del Palazzo. Il restauro, curato nei recenti anni Novanta, ha permesso di recuperare anche questo spaccato sconosciuto di storia.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
"Le segrete stanze del Palazzo Arcivescovile" è una visita all'interno della Cappella Sveva e dell'ex Carcere. A lungo utilizzata per usi impropri, destinata a cadere nell’oblio e nella rovina, oggi è una perla del Palazzo, sede di eventi culturali e mostre. Vi si accede dal cortile interno. Nacque originariamente come portico e poi, dopo l’imperatore Federico II, fu trasformata in luogo di culto.
Declassata, nel corso dei secoli, al rango di cucina e magazzino per la legna, fu rimessa a nuovo agli inizi del 1900, per volere di Luigi Bignami, arcivescovo milanese, trapiantato a Siracusa. E venne restituita dignità alle sue forme architettoniche di pregio. A Giovanni Antonio Capobianco, vescovo della città dal 1649 al 1673, si deve, invece, la creazione del Carcere vescovile, ricavato in un’altra ala del Palazzo. Il restauro, curato nei recenti anni Novanta, ha permesso di recuperare anche questo spaccato sconosciuto di storia.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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