"Musica di strada": il convegno internazionale al Museo Pasqualino

Nel Medioevo suonatori e cantori partecipano alle forme dello spettacolo popolare, iniziando a fissare stili e tecniche di performance, in parte ereditate dalla tradizione classica di aedi e rapsodi, che perdurano adattando forme, strumenti e tematiche al mutare dei tempi.
L’uso di strumenti a corda per accompagnare il canto si può considerare un tratto costante e solo verso la fine dell’Ottocento i cantori ambulanti introducono l’uso di organetti e fisarmoniche.
Altri elementi che hanno contribuito all’evoluzione del canto narrativo "per via" sono l’introduzione della stampa, che ha permesso la creazione di un mercato popolare dei "fogli volanti" e dei libretti con la riproduzione dei testi poetici.
Successivamente, l’invenzione dei sistemi di riproduzione del suono, che hanno costituito per i cantastorie una ulteriore prospettiva di guadagno mediante la vendita di dischi in vinile, audiocassette e compact disc.
Altre forme di musica di strada a carattere narrativo riguardano i canti e le danze che in varie regioni sono tuttora eseguite in occasione di celebrazioni religiose, per il Carnevale o nei passaggi stagionali.
Si delinea così un ampio repertorio di pantomime e di forme drammatico-musicali basate su canti, musiche strumentali e parti recitate. A questi ambiti di indagine si correlano inoltre i cortei di carattere politico-sociale in cui il canto e i suoni pure svolgono funzioni primarie sul piano simbolico e in ordine all’aggregazione comunitaria.
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