Mostra di dipinti custoditi nei depositi della Galleria Regionale Palazzo Abatellis

Dettaglio di un'opera visibile alla mostra
La ritrattistica, le tavolette con episodi evangelici e biblici ambientati in interni domestici e i trittici fiamminghi o alla fiamminga, già documentati nelle raccolte siciliane e nelle chiese fin dal Cinquecento, erano ancora contesi sul mercato antiquario e internazionale e fortemente ricercati.
Fra questi il "Trittico" di Jan Gossaert detto il "Mabuse", donato nel 1868 dal principe di Malvagna al Museo appena trasferito nella sede dell’Olivella ed allora ritenuto da molti del Dürer, per la sua straordinaria qualità divenne l’opera simbolo del Museo di Palermo.
Alla Esposizione Nazionale di Palermo nel 1891 – 92 ne fu presentata la copia eseguita con precisione devozionale a tempera e acquerello su carta da Luigi Di Giovanni tra il 1882 e il 1884, lodata dai contemporanei quasi in competizione con l'originale, al confronto definito "misterioso", noto ai soli frequentatori del "Gabinetto Malvagna", il sacello con preziosi battenti lignei che custodiva l'opera al Museo.
Il mistero si dipana e capovolge oggi che, ben nota e studiata l'opera originale, esposta nella sala XIII della Galleria di Palazzo Abatellis (attualmente in prestito presso altra sede), l'aura del mistero si sposta sulla copia ottocentesca, presentata per la prima volta e posta all'interno del mobile-vetrina appositamente realizzato per l'originale presso il Museo Nazionale di Palermo.
Saranno esposti inoltre tre trittici prodotti ad Anversa agli inizi del XVI secolo, una piccola tavola dalla particolare iconografia con Gesù e San Giovannino e una Annunciazione di cultura controriformistica.
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