"Da Ribera a Luca Giordano": Caravaggeschi e altri pittori in mostra a Villa Zito

"Susanna e i vecchioni" di Mattia Preti
La maggior parte delle opere esposte fino al 24 giugno, provengono dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, che custodisce il lascito di quello che è stato il più importante storico dell’arte italiano, oltre che uno straordinario collezionista, che alla pittura del Caravaggio e ai suoi seguaci dedicò una vita di studi, riconoscendo sin da subito la portata rivoluzionaria dell'artista.
Nella sua dimora fiorentina – villa Il Tasso – oggi sede della Fondazione che gli è intitolata, Longhi raccolse un numero notevole di opere dei maestri di tutte le epoche, che furono per lui occasione di ricerca e di studio. Tra queste il nucleo più importante e significativo è quello che comprende le opere dei pittori caravaggeschi, oltre al "Ragazzo morso da un ramarro" dello stesso Merisi, da lui acquistato nel 1928 e da cui ha tratto un magnifico disegno a carboncino, firmato e datato 1930.
Il disegno sarà esposto nella sezione introduttiva della mostra, che presenta più di 30 dipinti dei seguaci di Caravaggio e di altri artisti attivi nell’Italia del Sud, che offrono una efficace esemplificazione degli orientamenti e degli obiettivi promossi e stimolati dalle opere del Merisi e del significato storico della sua pittura.
La mostra - accompagnata da un catalogo realizzato da Marsilio Editori che presenta tutte le opere esposte, corredate da una scheda e da una breve biografia degli artisti - si apre infatti con il capolavoro di Valentin de Boulogne, la "Negazione di Pietro", che rappresenta un eccezionale esempio della cosiddetta manfrediana methodus, quella particolare declinazione del caravaggismo che è stata messa in opera da Bartolomeo Manfredi.
Tra i grandi capolavori del primo caravaggismo spicca inoltre una serie di cinque tele raffiguranti gli "Apostoli", in origine parte di una serie completa, del giovane Jusepe de Ribera e la "Deposizione di Cristo" di Battistello Caracciolo.
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