"Lupa", lo special project di Ruben Montini al Caffè Internazionale

Il lavoro di Ruben Montini, supportato dal "Queer Film Festival 2016" e dal patrocinio del "Palermo Pride 2016", ha a che fare con la messa in scena di una sfida che coinvolge l’artista in prima persona e gli astanti per empatia. Sardo di nascita, la sua condizione di isolano gli ha sempre imposto la mobilità, formalizzando in tal modo una condizione di estraneità, una necessità di integrazione che è insita nel suo lavoro dei primi anni, accentuata dal bisogno di accettazione della propria identità, che si trasforma in azione politica.

In questo percorso non vengono tralasciati temi come l’amore, la famiglia, il ruolo della donna e della madre, affrontati più volte, in modi diversi. E se in lavori recenti come la performance di Cagliari "La vestizione della sposa", Montini vuole "calzare" e abitare questo ruolo - reso simbolo - nella nuova performance "Lupa", pensata per il Caffè Internazionale di Palermo, l’artista si spinge ancora oltre.

Il tentativo adesso non è più soltanto quello di compiere tale percorso per sovrapposizione di elementi (scenici) che rimandino a un’idea esteticamente ricostruita, ma quello di modificare il proprio corpo, di far suo un atto che è di per sé metaforico, esclusivo appannaggio femminile. Un gesto semplice, dunque, domestico e intimo che assume, però, nuove accezioni nel momento in cui è un uomo a compierlo, anziché una donna.

Le allusioni a un’iconografia storicizzata sono molteplici e facilmente rintracciabili, il ché contribuisce a rendere “commestibile” l’immagine che l’artista intende ricreare mostrando il proprio corpo senza infingimenti. L’azione di Ruben Montini vuole certamente anche alludere a una sempre meno sovversiva idea di famiglia alternativa, nella quale i ruoli divengono trasversali e la genitorialità è un tema che ha strettamente a che fare con il desiderio e la capacità educativa.