Museo Pepoli di Trapani: si presentano due nuove opere autografe di Renato Guttuso

Particolare di una delle due opere di Renato Guttuso al Museo Pepoli di Trapani
Il patrimonio del Museo regionale Pepoli di Trapani si arricchisce di nuove opere contemporanee.
Due tele autografe di Renato Guttuso, recentemente acquisite, vengono presentate al pubblico venerdì 3 maggio alle 17.00, nella sala conferenze del Museo, alla presenza dell'assessore regionale ai Beni culturali e dell'identità siciliana e del dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali.
Le due opere sono state generosamente donate da Michelangela Scalabrino, docente in pensione dell'Università Cattolica di Milano che ha voluto rendere omaggio al museo della città di origine della sua famiglia.
Il primo dipinto, "Contadino in sella a un asino" realizzato nel 1954, costituisce uno studio per un olio di grandi dimensioni dal titolo "L’occupazione delle terre incolte", espressione di quel "realismo sociale" che ispira un'ampia fetta della produzione del maestro bagherese.
Nella seconda tela, "Contadina", realizzata nel 1956, Guttuso ritrae una donna con un ampio fagotto sul capo che procede con sacrale solennità entro un paesaggio brullo e roccioso.
In entrambe le opere viene rappresentata l'epopea degli umili, intenti con estrema dignità e compostezza alla fatica del duro lavoro quotidiano.
Due tele autografe di Renato Guttuso, recentemente acquisite, vengono presentate al pubblico venerdì 3 maggio alle 17.00, nella sala conferenze del Museo, alla presenza dell'assessore regionale ai Beni culturali e dell'identità siciliana e del dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali.
Le due opere sono state generosamente donate da Michelangela Scalabrino, docente in pensione dell'Università Cattolica di Milano che ha voluto rendere omaggio al museo della città di origine della sua famiglia.
Il primo dipinto, "Contadino in sella a un asino" realizzato nel 1954, costituisce uno studio per un olio di grandi dimensioni dal titolo "L’occupazione delle terre incolte", espressione di quel "realismo sociale" che ispira un'ampia fetta della produzione del maestro bagherese.
Nella seconda tela, "Contadina", realizzata nel 1956, Guttuso ritrae una donna con un ampio fagotto sul capo che procede con sacrale solennità entro un paesaggio brullo e roccioso.
In entrambe le opere viene rappresentata l'epopea degli umili, intenti con estrema dignità e compostezza alla fatica del duro lavoro quotidiano.
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