Nel cuore di Ballarò la cupola più originale: visita alla scoperta della Chiesa del Carmine Maggiore

La cupola della Chiesa del Carmine Maggiore a Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Camminando per una stradina che trabocca di colori e odori nel mercato di Ballarò, s’intravede, già da lontano, una cupola di maioliche smaltate, uno dei prodotti più estrosi del barocco siciliano. Appartiene alla chiesa del Carmine Maggiore, edificata dai carmelitani nel XIII secolo, ma distrutta e ricostruita interamente nel 1627-67, su progetto di Mariano Smiriglio.
L’originalità della cupola consiste nell’uso dello smalto policromo, secondo i colori che richiamano lo stemma dei padri carmelitani, ma soprattutto nel fatto che sembra sostenuta dai telamoni rappresentati nel tamburo. All’interno della chiesa a tre navate, da non perdere le statue di Gagini e gli stucchi, anche questi diversi dal repertorio comune, ai quali Giacomo Serpotta lavorò con il fratello Giuseppe. L’affresco della “Vergine del Carmelo con Sant’Andrea Corsini” è di Pietro Novelli.
La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili dall'ingresso laterale.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Camminando per una stradina che trabocca di colori e odori nel mercato di Ballarò, s’intravede, già da lontano, una cupola di maioliche smaltate, uno dei prodotti più estrosi del barocco siciliano. Appartiene alla chiesa del Carmine Maggiore, edificata dai carmelitani nel XIII secolo, ma distrutta e ricostruita interamente nel 1627-67, su progetto di Mariano Smiriglio.
L’originalità della cupola consiste nell’uso dello smalto policromo, secondo i colori che richiamano lo stemma dei padri carmelitani, ma soprattutto nel fatto che sembra sostenuta dai telamoni rappresentati nel tamburo. All’interno della chiesa a tre navate, da non perdere le statue di Gagini e gli stucchi, anche questi diversi dal repertorio comune, ai quali Giacomo Serpotta lavorò con il fratello Giuseppe. L’affresco della “Vergine del Carmelo con Sant’Andrea Corsini” è di Pietro Novelli.
La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili dall'ingresso laterale.
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