"People": il potere della fotografia nei cinque ritratti di Fabrizio Villa in mostra a Catania
"Chef all'Opera" (2019), Teatro Bellini di Catania, fotografia di Fabrizio Villa (part.)
Nei cinque ritratti collettivi (che Fabrizio Villa considera paesaggi umani), l'osservatore cerca nella moltitudine di colori e dettagli i volti e le forme individuali. La prospettiva del fotoreporter è totalizzante e spesso inedita: si allontana dal soggetto per osservarlo nella sua complessità. È evidente nella mostra "People", a cura di Aurelia Nicolosi e Mirilina Giaquinta.
C'è vita nelle immagini panoramiche di Villa. Conta l'elemento architettonico o naturale, conta il cromatismo esaltato da composizioni di grande impatto, ma per l'autore conta soprattutto l'elemento umano: corpi rimpiccioliti dalla prospettiva, ombre a volte quasi invisibili, così simili, eppure distinte. Sotto un ombrellone, durante una delle feste più importanti d'Italia, in una performance artistica, dentro un teatro o durante una missione di salvataggio in alto mare.
Con la sua visione dall'alto sembra voler cercare l'uomo e descrivere il suo rapporto tormentato con la Terra e la Natura. Un'indagine a tutto tondo che racconta l'Antropocene nelle sue molteplici stratigrafie. Ecco che la mostra diventa un racconto sintetizzato da cinque scatti di grandi dimensioni in cui è racchiuso tutto lo spirito dell'artista, che, con verismo e lealtà, ritrae contemporaneamente la magnificenza e la grettezza della società. Immagini indelebili della trasformazione contemporanea.
Dal 1988 Fabrizio Villa si dedica al fotogiornalismo con servizi che raccontano storie, uomini, avvenimenti del suo tempo. Le sue fotografie sono documentazioni per immagini del disagio sociale ed esistenziale dell'uomo contemporaneo, grandi eventi, scenari bellici e fenomeni naturali, spesso legati alla sua terra, come le eruzioni dell'Etna.
L'autore ama osservare ciò che lo circonda dall'alto: da un elicottero, dalla terrazza di un grattacielo, dal palco di un teatro.
La mostra, esposta nello spazio Ko Art Unconventional Place di Catania, dove resterà fruibile fino al 27 febbraio, prevede delle visite guidate su appuntamento in compagnia dell'artista e delle curatrici.
C'è vita nelle immagini panoramiche di Villa. Conta l'elemento architettonico o naturale, conta il cromatismo esaltato da composizioni di grande impatto, ma per l'autore conta soprattutto l'elemento umano: corpi rimpiccioliti dalla prospettiva, ombre a volte quasi invisibili, così simili, eppure distinte. Sotto un ombrellone, durante una delle feste più importanti d'Italia, in una performance artistica, dentro un teatro o durante una missione di salvataggio in alto mare.
Con la sua visione dall'alto sembra voler cercare l'uomo e descrivere il suo rapporto tormentato con la Terra e la Natura. Un'indagine a tutto tondo che racconta l'Antropocene nelle sue molteplici stratigrafie. Ecco che la mostra diventa un racconto sintetizzato da cinque scatti di grandi dimensioni in cui è racchiuso tutto lo spirito dell'artista, che, con verismo e lealtà, ritrae contemporaneamente la magnificenza e la grettezza della società. Immagini indelebili della trasformazione contemporanea.
Dal 1988 Fabrizio Villa si dedica al fotogiornalismo con servizi che raccontano storie, uomini, avvenimenti del suo tempo. Le sue fotografie sono documentazioni per immagini del disagio sociale ed esistenziale dell'uomo contemporaneo, grandi eventi, scenari bellici e fenomeni naturali, spesso legati alla sua terra, come le eruzioni dell'Etna.
L'autore ama osservare ciò che lo circonda dall'alto: da un elicottero, dalla terrazza di un grattacielo, dal palco di un teatro.
La mostra, esposta nello spazio Ko Art Unconventional Place di Catania, dove resterà fruibile fino al 27 febbraio, prevede delle visite guidate su appuntamento in compagnia dell'artista e delle curatrici.
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