Presentazione del libro "Nella giostra della social photography" di Anna Fici all'Auditorium Rai
Si presenta giovedì 14 marzo il libro "Nella giostra della social photography" di Anna Fici. Intervengono Gianna Cappello, Michele Cometa, Michele Smargiassi. L'attrice Giuditta Perriera leggerà il Racconto "Della bambina morta" di Anna Fici.
Oggi la fotografia va ben oltre la fissazione dei ricordi. Un tempo gli scatti dei non professionisti intercettavano i momenti topici della vita sociale e le tipicità espresse da una cultura condivisa. Mentre le foto dei professionisti aspiravano a riconoscere i momenti decisivi in senso autoriale in vari ambiti, oggi, in virtù dell'accelerazione sociale, siamo incerti sulla direzione della Storia.
Tutti i fenomeni sono potenzialità del mondo, come tutte le immagini sono potenzialità dell'essere; potenzialità del sé tutti i selfie. Le linee della socialità sono disegnate dalla fotografia, che si fa linguaggio attivo e mediazione nella relazione con sé stessi e con gli altri. Occorre che lo sguardo della sociologia torni a posarsi su questo fenomeno, certo profondamente mutato da quando Bourdieu se ne occupò, tra gli anni Cinquanta e Sessanta dello scorso secolo, tenendo conto delle riflessioni prodotte dai saperi limitrofi e degli effetti che l'attuale overload di immagini sta avendo sulla Fotografia.
Per fare il punto della situazione, l’autrice raccoglie le opinioni di quindici fotografi appartenenti a diverse generazioni, noti e meno noti, che praticano nei diversi ambiti della fotografia professionale: Vincenzo Zaffuto, Giuseppe Mazzola, Gabriele Lentini, Alfredo D’Amato, Fabio Sgroi, Francesco Faraci, Tony Gentile, Giacomo D’Aguanno, Fabio Savagnone, Max Serradifalco, Antonio Biasiucci, Salvo e Dodo Veneziano, Giuseppe Sinatra, Ferdinando Scianna
Oggi la fotografia va ben oltre la fissazione dei ricordi. Un tempo gli scatti dei non professionisti intercettavano i momenti topici della vita sociale e le tipicità espresse da una cultura condivisa. Mentre le foto dei professionisti aspiravano a riconoscere i momenti decisivi in senso autoriale in vari ambiti, oggi, in virtù dell'accelerazione sociale, siamo incerti sulla direzione della Storia.
Tutti i fenomeni sono potenzialità del mondo, come tutte le immagini sono potenzialità dell'essere; potenzialità del sé tutti i selfie. Le linee della socialità sono disegnate dalla fotografia, che si fa linguaggio attivo e mediazione nella relazione con sé stessi e con gli altri. Occorre che lo sguardo della sociologia torni a posarsi su questo fenomeno, certo profondamente mutato da quando Bourdieu se ne occupò, tra gli anni Cinquanta e Sessanta dello scorso secolo, tenendo conto delle riflessioni prodotte dai saperi limitrofi e degli effetti che l'attuale overload di immagini sta avendo sulla Fotografia.
Per fare il punto della situazione, l’autrice raccoglie le opinioni di quindici fotografi appartenenti a diverse generazioni, noti e meno noti, che praticano nei diversi ambiti della fotografia professionale: Vincenzo Zaffuto, Giuseppe Mazzola, Gabriele Lentini, Alfredo D’Amato, Fabio Sgroi, Francesco Faraci, Tony Gentile, Giacomo D’Aguanno, Fabio Savagnone, Max Serradifalco, Antonio Biasiucci, Salvo e Dodo Veneziano, Giuseppe Sinatra, Ferdinando Scianna
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