Quando alla foce dell’Oreto guizzavano storioni giganteschi: visite al Museo di Zoologia Doderlein

Particolare delle collezioni del Museo di Zoologia Doderlein a Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Il Museo di Zoologia Doderlein è un museo molto singolare, che custodisce, come cristallizzato, l’ecosistema di un secolo e mezzo fa, quando gli storioni erano di casa alla foce del fiume Oreto.
E quando il "Mar di Sicilia" era un caleidoscopio di colori e di specie, popolato da anguille, gronchi, cernie, dentici di dimensioni paragonabili a quelle degli esemplari che si trovano oggi nei parchi marini.
Allestito nel 1862 dal cattedratico dalmata che insegnò all’Università di Palermo, ospita delle collezioni ittiologiche comprendono circa 1.200 esemplari di pesci conservati a secco o in liquido.
Gli studiosi intervenivano con uno speciale trattamento chimico, una formula segreta sconosciuta, a quanto pare, che ne preservava le caratteristiche fisiche ed estetiche, con effetti di assoluto realismo.
La visita ha una durata di 45 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Il Museo di Zoologia Doderlein è un museo molto singolare, che custodisce, come cristallizzato, l’ecosistema di un secolo e mezzo fa, quando gli storioni erano di casa alla foce del fiume Oreto.
E quando il "Mar di Sicilia" era un caleidoscopio di colori e di specie, popolato da anguille, gronchi, cernie, dentici di dimensioni paragonabili a quelle degli esemplari che si trovano oggi nei parchi marini.
Allestito nel 1862 dal cattedratico dalmata che insegnò all’Università di Palermo, ospita delle collezioni ittiologiche comprendono circa 1.200 esemplari di pesci conservati a secco o in liquido.
Gli studiosi intervenivano con uno speciale trattamento chimico, una formula segreta sconosciuta, a quanto pare, che ne preservava le caratteristiche fisiche ed estetiche, con effetti di assoluto realismo.
La visita ha una durata di 45 minuti ed è accessibile ai disabili.
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