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Quattro personaggi, una pseudo partita a scacchi: "Finale di partita" di Samuel Beckett in scena al Biondo

  • Traghetti 2019/2020
  • Teatro Biondo - Palermo
  • 26, 27, 28, 29, 30 novembre 2019
    1 dicembre 2019 (evento concluso)
  • 21.00 (26 novembre), 17.30 (27, 28 novembre e 1 dicembre), 19.00 (30 novembre)
  • Da 5 a 32 euro
  • Info e biglietti al botteghino del Biondo (telefono 091 7738129) aperto da martedì a sabato ore 9.00-19.00, domenica ore 9.00-12.00 e 16.00-19.00
Balarm
La redazione

Glauco Mauri e Roberto Sturno in "Finale di Partita" di Samuel Beckett

L’autore più rappresentativo del Novecento teatrale è protagonista del nuovo appuntamento della stagione teatrale del teatro Biondo di Palermo: Glauco Mauri e Roberto Sturno, diretti da Andrea Baracco, interpretano "Finale di partita" di Samuel Beckett.

In scena anche gli attori Marcella Favilla e Mauro Mandolini sulle musiche di Giacomo Vezzani e con le scene e i costumi di Marta Crisolini Malatesta.

In uno spazio claustrofobico, quattro personaggi giocano una pseudo partita a scacchi: sono Hamm, cieco e paralitico, i suoi genitori Nagg e Nell, che vivono in due contenitori per la spazzatura, e Clov, servitore di Hamm, che non può sedersi mai.

Hamm e Clov, per sopravvivere, hanno bisogno l’uno dell’altro: solo Clov può dar da mangiare ad Hamm, e solo Hamm possiede le chiavi della dispensa. «È la tragedia del vivere che diventa farsa, è la farsa del vivere che diventa tragedia» asserisce Glauco Mauri.
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Beckett traghetta la drammaturgia realistica nell’ambito della metafisica. «Un amato compagno di viaggio – afferma Mauri – che ho sempre considerato non uno scrittore del teatro dell’assurdo, ma un grande poeta della difficoltà del vivere dell’uomo».

La sua opera è una parodia, unica forma possibile per descrivere l’insensatezza della condizione umana nel secolo della crisi di tutti i valori.

I personaggi di Hamm e Clov sono l’emblema di questa condizione angosciosa e allo stesso tempo parodistica dell’esistenza, perché, come scriveva lo stesso autore «nulla è più comico dell’infelicità». 

«Parlare di Beckett – spiega il regista Andrea Baracco – significa parlare dell’insensatezza della condizione umana, dell’insondabilità dell’universo e dell’umano, del tentativo di esprimere l’inesprimibile di molti grandi temi».
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