Roberto Fontana e Nicolò Bottalla: il sacro nell'arte contemporanea a Palermo
Dettaglio di un'opera di Nicolò Bottalla
La Galleria Almareni di vicolo Cassarelli a Palermo apre la stagione con la mostra "Con-Sacro - Il posto del sacro nell'arte contemporanea", che si inaugura sabato 18 novembre alle 18.30.
In questa mostra, due straordinari artisti come Roberto Fontana e Nicolò Bottalla, dialogano e indagano, attraverso il loro personalissimo linguaggio d l'uso della forma e dei colori, il rapporto tra arte e religione, mixando tradizione e innovazione.
Una sfida per raccontare con poche opere la complessità del sacro, consegnando alla percezione dei più l'elaborazione di storie che toccano una pluralità di significati e visioni, e vanno oltre la dimensione pittorica.
Se ogni forma d'arte ha bisogno di ispirazione, si deve riconoscere che nessun tema come quello del sacro ne ha offerta così tanta.
La figura di Cristo è da oltre millecinquecento anni l'immagine più rappresentata, espressione
artistica tra le più alte, misura dell'abilità di ogni pittore o scultore che nel corso della propria vita si è cimentato nel realizzarla.
Si può non credere all'uomo rappresentato sulla croce e al padre a cui si rivolge, ma non si
può negare la straordinaria dimensione sociale del crocifisso e, più in generale, delle immagini sacre, che vanno ben oltre il significato religioso.
La mostra, a cura di Marco Cocciola, resta visitabile fino al 2 dicembre dal sabato al lunedì dalle 17.30 alle 19.30 e su appuntamento.
In questa mostra, due straordinari artisti come Roberto Fontana e Nicolò Bottalla, dialogano e indagano, attraverso il loro personalissimo linguaggio d l'uso della forma e dei colori, il rapporto tra arte e religione, mixando tradizione e innovazione.
Una sfida per raccontare con poche opere la complessità del sacro, consegnando alla percezione dei più l'elaborazione di storie che toccano una pluralità di significati e visioni, e vanno oltre la dimensione pittorica.
Se ogni forma d'arte ha bisogno di ispirazione, si deve riconoscere che nessun tema come quello del sacro ne ha offerta così tanta.
La figura di Cristo è da oltre millecinquecento anni l'immagine più rappresentata, espressione
artistica tra le più alte, misura dell'abilità di ogni pittore o scultore che nel corso della propria vita si è cimentato nel realizzarla.
Si può non credere all'uomo rappresentato sulla croce e al padre a cui si rivolge, ma non si
può negare la straordinaria dimensione sociale del crocifisso e, più in generale, delle immagini sacre, che vanno ben oltre il significato religioso.
La mostra, a cura di Marco Cocciola, resta visitabile fino al 2 dicembre dal sabato al lunedì dalle 17.30 alle 19.30 e su appuntamento.
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