Saloni, sete, porcellane a Palazzo Mirto: porte aperte a Palermo per un tuffo nell'aristocrazia siciliana
Uno dei saloni di Palazzo Mirto a Palermo (foto Igor Petyx)
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
Per quattro secoli è stato dimora della famiglia Filangeri, il cui arrivo in Sicilia si fa risalire al periodo normanno. Il titolo di Mirto venne attribuito al casato attraverso Giuseppe Filangeri De Spuches, nominato nel 1643 “primo principe di Mirto”, feudo messinese. Nel 1982, l’ultima erede, Maria Concetta Lanza Filangeri, donò il Palazzo alla Regione siciliana.
Oggi Palazzo Mirto, più volte rimaneggiato, è diventato un museo di se stesso, delizioso per i suoi saloni affrescati e arredati con sfarzo e gusto originale che danno l’idea di come viveva la nobiltà nei secoli scorsi. Custodisce varie collezioni, a cominciare dalle carrozze “Martorana Genuardi”.
Si parte dal primo piano per scoprire il particolarissimo organo di Beyer – un organo a cilindro del XIX secolo, costruito dal viennese Anton Beyer, “meccanico di corte” del Regno delle due Sicilie, considerato un po’ l’antenato del juke-box – si passerà al secondo dove è ospitato anche il prezioso salottino restaurato due anni fa da Le Vie dei Tesori.
A Palermo sono 18 le visite dei luoghi su prenotazione (guarda i siti aperti). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
Per quattro secoli è stato dimora della famiglia Filangeri, il cui arrivo in Sicilia si fa risalire al periodo normanno. Il titolo di Mirto venne attribuito al casato attraverso Giuseppe Filangeri De Spuches, nominato nel 1643 “primo principe di Mirto”, feudo messinese. Nel 1982, l’ultima erede, Maria Concetta Lanza Filangeri, donò il Palazzo alla Regione siciliana.
Oggi Palazzo Mirto, più volte rimaneggiato, è diventato un museo di se stesso, delizioso per i suoi saloni affrescati e arredati con sfarzo e gusto originale che danno l’idea di come viveva la nobiltà nei secoli scorsi. Custodisce varie collezioni, a cominciare dalle carrozze “Martorana Genuardi”.
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E le porcellane, gli orologi, gli arazzi. Il salottino chiamato Diana è collocato in una nicchia girevole con la statua di Apollo che cela un passaggio segreto, dove pare si nascondesse un servitore del principe per origliare i discorsi dei commensali.Si parte dal primo piano per scoprire il particolarissimo organo di Beyer – un organo a cilindro del XIX secolo, costruito dal viennese Anton Beyer, “meccanico di corte” del Regno delle due Sicilie, considerato un po’ l’antenato del juke-box – si passerà al secondo dove è ospitato anche il prezioso salottino restaurato due anni fa da Le Vie dei Tesori.
A Palermo sono 18 le visite dei luoghi su prenotazione (guarda i siti aperti). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
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