Al Teatro Libero la vita di un "Il marito smarrito"
In una sorta di “FantaItalia” Giorgio Dandini, un villico ricco e onesto, ma anche geloso e permaloso, ha sposato Angelica di Sotenville, figlia di nobili genitori decaduti ma molto legati alla casta. Il matrimonio non è stato una scelta comune, ma una trattativa tra i genitori e l’imprenditore agricolo, che hanno scambiato il lustro della nobiltà con il denaro sonante.
Così Angelica, insoddisfatta della sovrastruttura parentale, cederà alle lusinghe di Clitandro, signorotto delle zone vicine, cafone e pieno di “fascino animale”. Con questo duplice tradimento (al marito e alla famiglia) la ragazza spera di dar sfogo al proprio atavico bisogno di libertà. Anzi, proverà perfino a girare a suo favore le norme del buon vivere, potendo così beffare e liberarsi dalle gabbie sociali che le tarpano le ali. Ma queste sono di un acciaio infrangibile.
Comunque a rimanere assoluta vittima di tutti, padroni e servi, a venire umiliato, deriso e calpestato, sarà il povero Dandini, che non riuscirà a prendersi la minima soddisfazione neanche davanti all’evidenza più ineccepibile. Cornuto e smarrito. Lo spettacolo costituisce il secondo capitolo della “Trilogia dei Tradimenti”, già iniziata con "Shitz". Spettacolo tratto da “Geroge Dandin” di Molière, traduzione Matthieu Pastore, Filippo Renda; regia e drammaturgia Filippo Renda, con Pier Paolo D’Alessandro, Matthieu Pastore, Laura Serena, Simone Tangolo, Anahì Traversi.
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