"Aspettando Antigone": un mito contemporaneo al Teatro Biondo

Un mito reinventato, personaggi tutt'altro che eroici: al Teatro Biondo di Palermo, a partire dal 3 maggio, arriva "Aspettando Antigone", spettacolo scritto da Claudio Zappalà per la regia di Mauro Avogadro con Dario Battaglia, Vladimir Randazzo, Nicasio Catanese e Ivan Graziano.
Già vincitore del "Premio Cendic-Segesta 2015", nell’ambito del Laboratorio di drammaturgia della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo, lo spettacolo prodotto da C.T.M. Centro Teatrale Meridionale mette in luce personaggi fragili, che nella tragedia di Sofocle non hanno alcun peso: le quattro guardie che sorvegliano il cadavere di Polinice.
Ad esse è stata restituita una rinnovata dignità, quella dell’uomo comune che discute sulla vita e l’affronta quotidianamente nell’impossibilità di decifrarla.
Il regista Mauro Avogadro dà corpo al mito in un senso tutto contemporaneo di smarrimento, incarnato da personaggi che si muovono tra speranze, utopie e giovanili slanci puntualmente disattesi.
Al linguaggio asciutto e ironico è affidato il compito di smorzare delusioni e malinconia, ma anche di dare voce ai piccoli desideri quotidiani in cui rifugiarsi. I quattro sono trascinati da eventi più grandi di loro e si sottomettono a un senso dell’obbedienza imposto dall’esterno, agiscono, eseguono ordini senza capirne il senso.
Si e ci somigliano nelle pigrizie e nelle vigliaccherie, ma anche nei desideri di pace e di vita tranquilla. Poetici e commoventi, ci dimostrano come i grandi testi di teatro di ogni epoca offrano spunti e possibilità nuove per essere riscritti, riletti e interpretati sulla scena.
Giorni e orari: lo spettacolo va in scena mercoledì 3, giovedì 4 e domanica 7 maggio alle ore 21, e venerdì 5 e sabato 6 alle 17.30.
Già vincitore del "Premio Cendic-Segesta 2015", nell’ambito del Laboratorio di drammaturgia della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo, lo spettacolo prodotto da C.T.M. Centro Teatrale Meridionale mette in luce personaggi fragili, che nella tragedia di Sofocle non hanno alcun peso: le quattro guardie che sorvegliano il cadavere di Polinice.
Ad esse è stata restituita una rinnovata dignità, quella dell’uomo comune che discute sulla vita e l’affronta quotidianamente nell’impossibilità di decifrarla.
Il regista Mauro Avogadro dà corpo al mito in un senso tutto contemporaneo di smarrimento, incarnato da personaggi che si muovono tra speranze, utopie e giovanili slanci puntualmente disattesi.
Al linguaggio asciutto e ironico è affidato il compito di smorzare delusioni e malinconia, ma anche di dare voce ai piccoli desideri quotidiani in cui rifugiarsi. I quattro sono trascinati da eventi più grandi di loro e si sottomettono a un senso dell’obbedienza imposto dall’esterno, agiscono, eseguono ordini senza capirne il senso.
Si e ci somigliano nelle pigrizie e nelle vigliaccherie, ma anche nei desideri di pace e di vita tranquilla. Poetici e commoventi, ci dimostrano come i grandi testi di teatro di ogni epoca offrano spunti e possibilità nuove per essere riscritti, riletti e interpretati sulla scena.
Giorni e orari: lo spettacolo va in scena mercoledì 3, giovedì 4 e domanica 7 maggio alle ore 21, e venerdì 5 e sabato 6 alle 17.30.
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