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"Ninnarò, il presepe raccontato": un poetico viaggio con la compagnia del Teatro Ditirammu

  • Teatro Ditirammu - Palermo
  • - Palermo
  • 28 dicembre 2015 (evento concluso)
  • 21:00
  • 13 euro (intero), 10 euro (ridotto studenti entro 26 anni, over 60 e gruppi da almeno quattro persone)
  • Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito web del Ditirammu, per prenotazioni è possibile invece chiamare il numero 331.1044500. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato dalle ore 16.30 alle 19.30 e nei giorni di spettacolo dalle ore 20.00.

Balarm
La redazione

Dal testo di Rosa Mistretta e Vito Parrinello nasce lo spettacolo "Ninnarò, il presepe raccontato" che va in scena lunedì 28 dicembre al piccolo Teatro Ditirammu: un evento tanto atteso che rappresenta un atto di fede offerto dalla compagnia dello stesso teatrino di Palermo e un avvenimento che rappresenta il memoriale della natività.

A salire sul palco, dopo due anni di assenza, proprio Rosa Mistretta che vestirà i panni di Ninnarò insieme all'attore Gigi Borruso, Vito, Elisa e Giovanni Parrinello ed alla Piccola orchestra della compagnia Ditirammu composta da Salvo Lupo, Massimo Vella, Rosalia Raffa, Raffaele Cibilia e Fabio Lannino.

C'era 'na vota un picciriddu… Gisuzzu, ‘u figghiu di l’Onnipotenti… queste sono le parole che riecheggeranno nel piccolo teatro per lo spettacolo liberamente ispirato al "Vangelo secondo Luca" e al repertorio musicale popolare.

Ninnarò trova la sua sintesi nei "sunatura", cantastorie spesso ciechi, che sin da epoche remote e fino a alcuni anni addietro, raccontavano, durante l’anno, fatti ed avvenimenti secondo un antico almanacco di usi e costumi popolari.

In modo coinvolgente e commovente allo stesso tempo, i "sunatura" cantano la "novena" per la nascita di Gesù e Turidduzzu, un infantile sacrestano contastorie, accende le nove candele che per nove giorni ripercorrono le parti che precedono la nascita di Gesù.

Turidduzzu è l’immaginario popolare che spesso, umanizza il sacro e lo raffigura con forte rapporto al quotidiano ed infatti, il suo poetico racconto, assume toni fantastici e privi di tempo: è una figura senza tempo, il suo Gesù è un bimbo com’è egli stesso, rapportato al quotidiano, uno come tanti.

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