"Onora la madre": Preziosa Salatino racconta la donna tra mafia e patriarcato
Preziosa Salatino, foto di Gero Cordaro
Essere donna al Sud, essere donna all'interno di una società che parla e agisce al maschile: per la Stagione "Incontri di Teatro 2017/2018" va in scena al Teatro Atlante, domenica 26 novembre alle ore 19, lo spettacolo "Onora la Madre", per la regia di Emilio Ajovalasit.
Lo spettacolo, di e con Preziosa Salatino, parla di Annina, una donna del Sud che parlando con i morti racconta la sua storia al figlio, dopo una furiosa lite. Come in un delirio febbrile personaggi e avvenimenti prendono forma ai suoi occhi, oggetti d’uso quotidiano si fanno veicolo di ricordi, il suo corpo incarna gli eventi e la sua voce li intona.
Ma l’apparente "realismo" dello spettacolo rivela presto la sua ambiguità. Al racconto di Annina fanno fugacemente eco parole e frasi della regina Gertrude, madre di Amleto. Molte le analogie fra le due donne, entrambe al centro di giochi di potere gestiti da uomini, e impegnate in un difficile rapporto con i giovani figli. Finzione e realtà si fondono.
Le due storie si fanno specchio l’una dell’altra. La figura di Annina diventa più sfumata. Dal suo racconto emergono progressivamente contraddizioni e ambiguità. Qualcosa inizia a vacillare. In un sistema culturale nel quale i condizionamenti sociali hanno una forza capace di sovvertire persino i legami famigliari, il confine fra i vivi e i morti può essere più labile di quanto appaia.
Lo spettacolo, di e con Preziosa Salatino, parla di Annina, una donna del Sud che parlando con i morti racconta la sua storia al figlio, dopo una furiosa lite. Come in un delirio febbrile personaggi e avvenimenti prendono forma ai suoi occhi, oggetti d’uso quotidiano si fanno veicolo di ricordi, il suo corpo incarna gli eventi e la sua voce li intona.
Ma l’apparente "realismo" dello spettacolo rivela presto la sua ambiguità. Al racconto di Annina fanno fugacemente eco parole e frasi della regina Gertrude, madre di Amleto. Molte le analogie fra le due donne, entrambe al centro di giochi di potere gestiti da uomini, e impegnate in un difficile rapporto con i giovani figli. Finzione e realtà si fondono.
Le due storie si fanno specchio l’una dell’altra. La figura di Annina diventa più sfumata. Dal suo racconto emergono progressivamente contraddizioni e ambiguità. Qualcosa inizia a vacillare. In un sistema culturale nel quale i condizionamenti sociali hanno una forza capace di sovvertire persino i legami famigliari, il confine fra i vivi e i morti può essere più labile di quanto appaia.
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