"Pandora 88": oscurità, fuga e poesia al Teatro Libero

Dopo il successo ottenuto al "Fringe" di Edimburgo, il festival delle arti più grande al mondo, "Pandora 88", lo spettacolo pluripremiato e osannato dalla stampa britannica, approda a Palermo e inaugura la Stagione serale del Teatro Libero.
Lo spettacolo è diretto da Andrew Dawson; interpreti della performance sono gli stessi ideatori dell’opera, Wolfgang Hoffmann e Sven Till, al loro primo duetto come attori dopo 15 anni di collaborazione.
Il sipario si alza su una situazione estrema: il buio, due sagome intrappolate al centro della scena. Pigiati l’uno con l’altro in un scatola che rappresenta la vicinanza dei loro percorsi di vita, due uomini sono costretti a fare i conti con una nuova condizione di prigionia. Inizia così un rapporto strano e intenso, una poetica complicità, un toccarsi e respingersi di corpi, in bilico fra teatro e danza.
Facendo leva sul senso di costrizione, reale e immaginario, il regista crea un susseguirsi di situazioni di estrema intensità e bellezza, fatte anche dei giochi infantili che riportano i due attori indietro nel tempo. In realtà stanno cercando di scappare da una vicinanza claustrofobica e insopportabile.
Le cose cambiano quando entrambi gli uomini cominciano ad accettare la loro stretta dipendenza: quando smettono di combattersi a vicenda, il gioco li porta a divenire un unico individuo. Come il mitico essere originario di Platone i due sono adesso così aggrovigliati che è impossibile distinguerli. Un uomo primordiale con quattro gambe, quattro braccia, due cuori e un solo indicibile momento condiviso.
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