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"Teatri di Pietra": Iaia Forte porta in scena la figura mitologica di Erodiade

  • Teatro di Pietra Sicilia
  • Area archeologica di Eraclea Minoa, località Eraclea Minoa - SP30 - Cattolica Eraclea (Ag)
  • 5 agosto 2016 (evento concluso)
  • 21:15
  • 12 euro (intero), 10 euro (ridotto)
  • I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria fisica a partire dalle ore 20.30 e tramite la biglietteria online. Per informazioni è possibile scrivere all'indirizzo teatridipietra@gmail.com o via Whatsapp al numero 333.7097449.

Balarm
La redazione

Iaia Forte porta in scena "Erodiade" di Giovanni Testori nell'ambito della rassegna culturale "Teatri di Pietra Sicilia": un appuntamento in programma per venerdì 5 agosto nell'area archeologica di Eraclea Minoa.

Interpretato dalla stessa Iaia Forte, lo spettacolo nasce dalla collaborazione con Clara Gebbia e Tommaso Ragno. A colpire Giovanni Testori nella vicenda dell’uccisione di Giovanni Battista, è soprattutto la figura di Erodiade, madre di Salomé.

Nella scrittura di Testori, è stata lei stessa a spingere la figlia Salomé tra le braccia di Erode e a chiederle la testa di Giovanni, colpevole di aver rifiutato il suo amore. Completamente identificata nella sua passione impossibile, Erodiade sfida il Dio carnale di Giovanni e cerca la morte in scena. I motivi di fascino di "Erodiade" sono racchiusi nel testo, che contiene già in sé non solo la letteratura ma il teatro stesso.

La lingua di Testori, profondamente "materica", fatta di odori e colori, misteriosa e musicale, ha bisogno di essere interpretata non soltanto attraverso la parola, ma anche attraverso il corpo, con passione e lucidità.

Questa lingua ha inoltre il merito di disegnare un personaggio femminile complesso e a volte contraddittorio, potente e "virile", innocente e corrotto al tempo stesso: un'occasione rara nel panorama drammaturgico italiano che non potevamo non cogliere. Alla fisicità prorompente di Iaia Forte e alla sua capacità espressiva spetta ora il compito di raccontare quello che Testori definisce un personaggio "a metà fra un Dio astratto e quello incarnato", in continuo in un incontro-scontro con se stesso, con il divino, con l'amore e con il senso della vita stessa.

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