"Una ballata alla fine": naufragi e crolli nello spettacolo del Teatro alla Gulla
Lo spettacolo è liberamente ispirato al testo "La fine del Titanic" di Hans Magnus Enzensberger, che racconta di come il Titanic, gigantesco transatlantico diretto a New York, era detto inaffondabile e divenne invece simbolo della fine, urtando contro un iceberg e spezzandosi in due.
Dei circa 2000 passeggeri morirono 1600 persone, la maggior parte di terza classe. E ancora oggi l’Uomo ripercorre lo stesso errore: insegue un progresso che spesso è sinonimo di rincorsa al profitto e diventa causa d’autodistruzione. Un’autodistruzione che colpisce chiunque, ma maggiormente i più deboli, gli indifesi e i poveri del mondo. Così, come un secolo fa, questa fine si ripete. Non una volta sola e per tutti, ma un po’ per volta, a rate, a pezzi e bocconi, in tempi e luoghi diversi.
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